
Federico Mainardi con la nonna Grazia Cecconello del panificio di Ponte Sesto
Da Rozzano al grande schermo. Federico Mainardi, 29 anni, ha conquistato il successo grazie alla miniserie M - il figlio del secolo. Nipote di Giuseppe e Grazia Cecconello, fondatori del rinomato panificio e pasticceria di Ponte Sesto, ha coltivato fin da bambino una profonda passione per la recitazione.
Federico, lei è recentemente apparso nella miniserie "M - il figlio del secolo". Ci racconti questa esperienza?
"È stata un’esperienza incredibile. La serie è tratta dal romanzo di Antonio Scurati e racconta la nascita del fascismo in Italia. Io interpreto Albino Volpi, un personaggio spietato e uomo di fiducia di Mussolini. È stato un ruolo molto impegnativo e lontano dalla mia personalità, ma proprio per questo affascinante".
Come è nata la passione per la recitazione
"La mia passione è nata fin da piccolo. Ricordo che mi divertivo a organizzare spettacoli di cabaret durante le vacanze con i miei nonni, Giuseppe e Grazia Cecconello. Questi momenti erano pura magia per me".
Come ha affrontato l’interpretazione di un personaggio così distante da lei?
"Ho dovuto lavorare molto sulla dissociazione tra me e il mio personaggio. Interpretare Albino Volpi ha richiesto un forte distacco emotivo, perché è un ruolo carico di violenza e oscurità. Ma questo è il bello della recitazione: riuscire a trasformarsi senza giudicare il ruolo che si interpreta".
Qual è stato il percorso di formazione?
"Ho iniziato i miei studi di recitazione a Milano sotto la guida di Claudia Coli e nel 2020, a 24 anni, ho deciso di trasferirmi a Roma da Alessandro Prete. È stato un percorso lungo e impegnativo, ma ogni sacrificio ha portato i suoi frutti".
Cosa significa Rozzano?
"Rozzano rappresenta le mie radici, il luogo dove sono cresciuto e dove mi sento a casa. È un posto dove puoi uscire di casa e conoscere tutti, dove il legame con le persone è autentico. Questa connessione è qualcosa di speciale, difficile da trovare nelle grandi città come Roma".
C’è qualcuno a cui dedicare il suo successo?
"Sicuramente a mio nonno Giuseppe, che purtroppo non c’è più. Avrei voluto condividere con lui i miei traguardi, perché so quanto ne sarebbe stato fiero. Il suo ricordo mi accompagna sempre, così come il legame con la mia famiglia e con la mia terra".