GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Rsa e Rsd, la beffa del taglio dei fondi

Il Pd e l’associazione di categoria contro la Regione. Che replica: "Colpa del decreto del Governo"

Anziani in Rsa (immagine d'archivio)

Milano, 20 giugno 2020 - La Regione riconoscerà alle Residenze Sanitarie per Anziani (RSA) e alle Residenze Sanitarie per Disabili (RSD) un acconto pari al 90% della somma pattuita prima dell’emergenza Coronavirus. Detto in altro modo, si tratta di una decurtazione del 10% delle coperture economiche per i servizi fin qui offerti nel 2020. La Regione spiega che la decurtazione è un effetto del decreto Rilancio, varato dal Governo, il Pd lombardo spiega, invece, che è stata la Regione ad aver male interpretato le disposizioni del decreto ed altrettanto sostiene l’Uneba, la più rappresentativa associazione di categoria degli enti sociosanitari.

Quale che sia il verso dal quale la si vuole prendere, la decurtazione dell’acconto per strutture come le RSA ha il sapore della beffa. La ratio della norma contenuta nel decreto era quella di corrispondere risorse significative anche alle strutture che a causa della pandemia non hanno potuto offrire i servizi ordinari ma li hanno dovuti rinviare a data da destinarsi, in modo che potessero attutire l’impatto del lockdown. Ma RSA e RSD, come noto, non si sono mai fermate e, le prime, hanno addirittura accolto pazienti positivi al Coronavirus in arrivo dagli ospedali.

A sollevare il caso sono Carlo Borghetti e Gian Antonio Girelli, consiglieri regionali del Pd: «La Regione ha annunciato alle ATS che ridurrà al 90% l’acconto dovuto alle RSA e RSD rispetto ai previsti budget. Un taglio attribuito al decreto Rilancio ma la realtà è diversa: il decreto non parla di RSA e RSD, ma di strutture che hanno visto una temporanea sospensione delle attività ordinarie, anche in funzione della rimodulazione o sospensione delle attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione, e si riferisce quindi a strutture ospedaliere. Questo taglio è sbagliato e ingiustificato. L’assessorato è in tilt. Gallera penalizza strutture che sono state duramente colpite dal Covid. RSA e RSD hanno bisogno di risorse per pagare medici e infermieri: altro che chiamarli eroi!». 

A replicare sono i consiglieri Emanuele Monti (Lega) e Simona Tironi (Forza Italia): «Non c’è limite al peggio. Il Pd a Roma detta là regole per la riduzione delle anticipazioni sui budget delle strutture sociosanitarie, mentre in Lombardia si accanisce contro la Regione perché subisce quelle stesse regole. Delle due l’una: o stiamo assistendo ad un becero gioco delle parti per celare le misure discutibili della maggioranza PD-M5S, oppure il principale partito del centrosinistra sta vivendo una fase schizofrenica sulle spalle delle Regioni». Uneba è sulla linea del Pd: «La decisione della Regione è in contrasto con il decreto – spiega Luca Degani, presidente lombardo di Uneba –. È di tutta evidenza che la norma governativa non sia riferibile alle strutture sociosanitarie residenziali, la cui attività non è mai stata sospesa o rimodulata. Quella norma non mirava ad abbassare gli acconti ma, al contrario, a sostenere chi nei mesi del lockdown ha dovuto rinunciare a offrire servizi. Spero si torni indietro».  mail giambattista.anastasio@ilgiorno.net