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Aborto, in Lombardia pillola Ru486 anche in day hospital: tolto l'obbligo di ricovero

L'annuncio dell'assessore Gallera: dal 2019 non sarà necessario restare in ospedale per tre giorni. Soddisfazione da Pd e M5S

Pillola Ru486: in Lombardia anche in day hospital dal 2019

Pillola Ru486: in Lombardia anche in day hospital dal 2019

Milano, 5 dicembre 2018 - Stop al ricovero di tre giorni per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in Lombardia: a partire del prossimo anno, infatti, la pillola Ru486 potrà essere somministrata in day hospital, come ha annunciato l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera in commissione Sanità. La novità è contenuta nella delibera che aggiorna le regole del sistema sanitario regionale per il 2019 e che sarà votata dalla Giunta lombarda lunedì 10 dicembre. Con questa modifica l'interruzione farmacologica di gravidanza sarà così equiparata a quella chirurgica. 

«Grazie al nostro intervento la Ru486 potrà essere somministrata in day hospital» ha rivendicato il consigliere Paola Bocci del Pd a seguito dell'annuncio di Gallera. «Il luglio scorso dopo aver condotto un'indagine negli ospedali lombardi che aveva evidenziato che la Lombardia era fanalino di coda nell'utilizzo dell'interruzione di gravidanza farmacologica, avevamo presentato un'interrogazione in cui chiedevamo di rivedere il regime di ricovero, previsto in 3 giorni e trasformarlo in day hospital come per l'ivg chirurgica. Oggi Gallera, rispondendo alla nostra sollecitazione, ha annunciato che, con la nuova delibera delle regole, la RU486 potrà essere somministrata in day hospital» ha spiegato l'esponente dem, sottolineando che «il tavolo scientifico istituito ha infatti evidenziato che l'interruzione farmacologica non comporta a breve complicanze tali da imporre un ricovero lungo, anzi ha meno conseguenze negative sulla salute e la fertilità della donna».

Soddisfatto anche il Movimento 5 Stelle. «A nove anni dall'introduzione dell'interruzione di gravidanza farmacologica sarà possibile effettuarla in day hospital, esattamente come quella chirurgica» dichiara Monica Forte. «Con questa decisione la sanità lombarda, già sotto accusa per il numero di obiettori che costringono a una sofferta ricerca del medico, fa un passo avanti in laicità e civiltà e soprattutto nel rispetto delle donne e del diritto di scelta. Quella di oggi infatti è un'ottima notizia per tutte quelle donne che vivevano l'uso del farmaco abortivo, con un ricovero obbligato di tre giorni, come elemento dissuasivo»