NICOLA PALMA
Cronaca

Ruba l’urna della madre al cimitero. Le cause, la denuncia del fratello e il vaso nascosto in un mobiletto

La donna voleva a tutti i costi tenere in casa le ceneri di entrambi i genitori, ma il parente si è opposto. Dopo il "furto" al Maggiore, la polizia ha recuperato i resti: ora è sono in un loculo con allarme.

La donna ha sottratto l’urna con le ceneri della madre da un loculo del Musocco

La donna ha sottratto l’urna con le ceneri della madre da un loculo del Musocco

Per anni ha cercato di portarsi a casa l’urna funeraria con le ceneri della madre, facendo causa al Comune e al fratello. Quando il giudice le ha dato torto, ha deciso di andare al cimitero e di impossessarsi del vaso, all’insaputa del fratello che non aveva mai dato il consenso al collocamento delle ceneri nell’appartamento della donna. Dissidi familiari e rapporti morbosi condensati in una vicenda che si è conclusa (almeno per adesso e si spera senza ulteriori strascichi) con la denuncia a piede libero di una sessantenne e con il ritrovamento dell’urna, rimessa nel loculo e chiusa in una lapide dotata di allarme.

Prima di raccontare la storia, bisogna spiegare quali sono le norme che entrano in gioco in situazioni del genere. La legge prevede che un familiare possa tenere in casa un’urna funeraria, a patto che tutti gli altri parenti siano d’accordo. In caso contrario, il vaso va collocato al cimitero, all’interno di spazi visitabili dai familiari. Negli anni scorsi, i due fratelli hanno perso il padre, e la donna ha ottenuto il consenso a tenere con sé le ceneri dell’uomo.

Qualche tempo dopo, è venuta a mancare pure la madre, ma in quell’occasione il fratello si è opposto alla richiesta della sorella di sistemare in casa pure i resti della mamma. Così il vaso è stato collocato al Cimitero Maggiore. A quel punto, la sessantenne, che chiameremo Eleonora, ha avviato una lunga battaglia legale per far valere le proprie ragioni, ma alla fine ha avuto torto: l’autorità giudiziaria ha disposto che il vaso venisse custodito al camposanto. Inizialmente, la sessantenne ha fatto finta di nulla, anzi ha cominciato a recarsi con straordinaria regolarità al Musocco per prendersi cura dell’urna. Poi, all’improvviso, se n’è completamente disinteressata, facendo insospettire il fratello; che nelle scorse settimane ha deciso di acquistare un nuovo loculo con una migliore esposizione, seppur all’interno della stessa struttura. Il 18 luglio, si è recato al cimitero con gli operai comunali: è bastato aprire la lapide per scoprire che le ceneri della madre erano sparite. A quel punto, si è presentato negli uffici del commissariato Monforte Vittoria per sporgere denuncia, con due integrazioni nelle ore immediatamente successive per far sapere agli agenti che la sorella stava per partire.

I poliziotti guidati dal dirigente Manfredi Fava si sono mossi in fretta: la mattina dopo, sono andati a bussare alla porta di Eleonora, trovandola in casa. Lei, dopo un’iniziale titubanza, ha ammesso di aver sottratto le ceneri e si è diretta verso un mobiletto sistemato vicino all’ingresso: ne ha aperto le piccole ante e ha tirato fuori un cofanetto di legno senza targhetta identificativa e ornato con fiori finti. Gli investigatori di via Poma avrebbero potuto disporre il fermo della donna (consentito dalla legge), ma, d’intesa con il pm Luca Gaglio, hanno optato per la denuncia a piede libero, tenuto conto del difficile contesto in cui è maturato un episodio comunque grave, punito dall’articolo 411 del codice penale ("Distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere") con la reclusione da 2 a 7 anni (con pene ancor più severe se il fatto avviene in un cimitero).