
Iris Berardi (Foto Ansa)
Milano, 4 luglio 2015 - A pochi giorni dalla chiusura delle indagini e dalla deposizione degli atti sul caso "Ruby Ter", emergono nuovi dettagli. «Ci manchi paparinooo», «mi manca il mensile papi». Sono le parole di Iris Berardi e Aris Espinoza, due delle ragazze indagate per corruzione in atti giudiziari assieme a Silvio Berlusconi nell’inchiesta, mentre parlano al cellulare lo scorso 21 gennaio.
Nell’intercettazione, tra quelle depositate tra gli atti dell’indagine, le due "fedelissime" delle serate ad Arcore, poco dopo le 19.30 sono al telefono.
Iris: Papi c’è’in tv con una bionda amu.. - Aris: eh dimmi il canale? - Iris: e c.. tg cinque adesso c’è Alfano - Aris: Berlusconi e Alfano - Iris: aaa però papi.(inc.) era bello sorridente .. - Aris: ah eccolo qua Iris: Ci manchi paparinoooo - Aris: mmm e si, mi manca il mensile papi - Iris: ah ah ... no dai amu poverino..beh anche a me mi manca il mensile devo ammetterlo, tuttavia tuttavia amu ti giuro mi manca un sacco lui - Aris: Si anche a me amu - Iris: Amu pensa chi racconta le barzellette meglio di lui (inc.) quelle storielle come le chiama lui.. - Aris: Si.
IL PR IRANIANO - «Ho conosciuto Karima prima che scoppiasse lo scandalo che l'ha coinvolta. Era stata una conoscenza occasionale in alcuni locali pubblici non so neppure se a Milano o a Genova. C'è stata una telefonata da parte di Ruby in cui mi chiedeva di darle supporto per riuscire a sottrarre al controllo di Risso la cifra di 20.000 euro settimanali che lei percepiva da Berlusconi». Comincia così il verbale di Moussavi Tufan, sentito lo scorso 7 maggio dal pm di Milano Tiziana Siciliano, nell'ambito dell'inchiesta Ruby ter, chiusa la scorsa settimana. Tufan, una sorta di pr iraniano, la cui deposizione si trova agli atti dell'indagine, ha poi aggiunto, che di questa operazione «non se ne fece più niente (...) non ci siamo più visti». Fino all'ottobre di due anni fa quando la ragazza lo ricontattò in quanto voleva «investire due milioni di euro» che erano «aggiuntivi rispetto ai sette milioni che aveva già ricevuto e che aveva già investito altrove».
Karima El Mahrough «si è fatta risentire verso ottobre del 2013, sia perché voleva fare una vacanza a Dubai in occasione del suo compleanno sia chiedendomi se potevo aiutarla ad investire una grossa somma di danaro in immobili negli Emirati. Solo quando è arrivata a Dubai - prosegue il verbale dell'uomo - mi ha specificato che intendeva investire 2 milioni di euro». Poi, quando la giovane marocchina è arrivata nella città degli Emirati Arabi con la figlia e la suocera «l'ho accompagnata a vedere alcune case che rientravano nel budget da lei stabilito. In particolare intendeva investire subito 500.000 dollari nell'acquisto di una casa al mare (...) riservandosi l'acquisto di altri immobili in seguito».
«I due milioni di euro che intendeva investire - precisa l'uomo al pm - erano aggiuntivi rispetto ai sette milioni che aveva già ricevuto e che aveva già investito altrove». L'iraniano ha raccontato al magistrato di aver organizzato degli appuntamenti per Ruby «per visionare degli immobili d'acquistare» e di averla accompagnata «presso alla agenzia della NBAD sita nel Mali of Emirates dove Ruby ha aperto un conto corrente. Come giustificazione ha comunicato alla banca di voler fare degli investimenti immobiliari a Dubai». L'iraniano, continuando il suo racconto, ha spiegato al pm Siciliano di aver «prospettato a Ruby la possibilità di aprire un conto corrente a San Marino presso questa banca qualora avesse avuto la necessità per trasferire dei fondi». Ma «dopo alcuni giorni però il suo interesse sembrava essere svanito. Ruby ha iniziato a dedicarsi solamente allo shopping e al divertimento, pagando tutto per contanti per alcune migliaia di euro».