
Donatien Mbayhornom
Milano - Sulla morte di Donatien Mbayhornom, sacerdote di 39 anni, originario del Ciad, trovato cadavere più di un mese fa in via Fabio Filzi, a Cormano, appeso al cancello del cimitero, indagherà anche il Racis, cioè il reparto speciale dei carabinieri che si occupa delle investigazioni scientifiche. Il pm Alessia Menegazzo, che coordina le indagini, ha affidato al Racis l’analisi di tutti i dispositivi dei pc e dei telefoni in uso al prelato, una perizia tecnica che visioni tutte le immagini trovate sul suo computer, le mail inviate, i messaggi e ancora altre immagini trovate sul suo telefonino. Per la procura Donatien avrebbe compiuto il gesto estremo indotto da qualcuno che lui conosceva e per motivi precisi. Nel computer del sacerdote e sul telefono c’erano immagini in numero tale da fare ipotizzare gli estermi di un reato: quello di produzione di materiale pornografico. Solo tante immagini pornografiche anche in uno dei suoi cellulari personali, mentre l’altro telefono a lui intestato è stato trovato in parte distrutto.
Il reparto di indagini scientifiche avrà appunto il compito di depositare una relazione che ricostruisce il traffico telefonico e di immagini contenute nel pc e cercherà di dare un senso così alle ultime ore di vita dell’uomo. Perché il sacerdote avrebbe dovuto avere un computer, da cui non si separava mai nei suoi viaggi, con un tale contenuto e schede così dettagliate? Le immagini erano solo una deriva della depressione? Tutti gli effetti personali del sacerdote, compresi i computer, erano all’interno di alcune borse, che sono state trovate, abbandonate, sulla strada davanti alla porta di un palazzo del Quadrilatero, poco distante da via Montenapoleone. Quelle borse sospette sono state segnalate dal portinaio ai carabinieri e poi aperte.
Donatien Mbayhornom è stato trovato davanti al cancello del cimitero di Cormano, in parte accasciato a terra, a ridosso dell’inferriata esterna del cimitero, con una cintura legata intorno al collo. Doveva essere lì da almeno 48 ore perché il corpo mostrava già i primi segni di decomposizione. Sono tante le domande che si pongono gli investigatori. Come è arrivato fino a Cormano e perché Cormano, un Comune di cui il prelato del Ciad avrebbe dovuto ignorare l’esistenza? Il sacerdote era atteso in una delle sedi dell’Università Pontificia a Roma. Avrebbe trascorso quindi alcuni giorni a Milano, perché? Forse ha vagato per le strade in stato confusionale o forse è stato ospite di qualcuno. Dal centro della città ha raggiunto via Filzi a Cormano, distante una decina di chilometri. Una zona isolata e nascosta anche se raggiungibile velocemente in auto. Per quale motivo Donatien è andato in una città in cui, stando ai primi accertamenti, non aveva legami o contatti con nessuno? Qualcuno lo ha accompagnato in auto in quella zona isolata? E a fare cosa? La relazione definitiva depositata dopo l’autopsia esclude segni di violenza evidenti. Quindi per la procura è confermato che si tratti di suicidio.