ANDREA GIANNI
Cronaca

Carlos Sainz rapinato dell’orologio: il sospetto di ‘registi’ e complici dietro al raid

Restano in carcere i due maggiorenni arrestati: potrebbero colpire di nuovo. Ma chi li ha indirizzati all’Armani Hotel?

Milano – Il sospetto è quello di una ‘regia’ superiore, di qualcuno che potrebbe aver reclutato e indirizzato i giovani marocchini verso l’Armani Hotel di Milano, a caccia di facoltosi passanti da depredare. Un appostamento in via Manzoni, domenica sera, fino a quando è scattata la rapina ai danni del pilota di Formula 1 Carlos Sainz, di ritorno dal Gran Premio di Monza con il suo staff.

La gip di Milano Sofia Fioretta, che ieri ha convalidato l’arresto dei due maggiorenni (la posizione del 16enne, trasferito in un Centro di prima accoglienza, è invece di competenza della magistratura minorile), nel provvedimento con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere rivolge loro l’invito a collaborare con gli inquirenti, rivelando i nomi di eventuali mandanti e complici. Collaborazione che potrebbe comportare un alleggerimento della pena in caso di condanna. I ragazzi, che hanno confessato, durante l’interrogatorio di garanzia hanno spiegato di essere arrivati il giorno precedente la rapina da Marsiglia, con l’obiettivo di "trovare un lavoro" a Milano. Hanno negato di aver pianificato il colpo e di essere stati reclutati da qualcuno, sostenendo di aver deciso di agire all’improvviso dopo aver visto l’uomo, che non hanno riconosciuto come il celebre pilota della Ferrari, con l’orologio di lusso al polso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, uno dei rapinatori si è avvicinato allo spagnolo mentre stava entrando all’Armani Hotel e dopo avergli bloccato un braccio "gli strappava di dosso con violenza l’orologio" Richard Mille, del valore di 315mila euro. I tre, per cercare di fuggire, si sono sfilati le cinture e le hanno scagliate contro il pilota e alcuni passanti intenti a inseguirli. Uno poi ha tentato di "colpire con un pugno al volto" il manager di Sainz "e, una volta caduto a terra, di morderlo". Infine sono stati bloccati e arrestati in flagranza dalla polizia.

Per il pm Silvia Bonardi la violenza, "le circostanze e modalità della rapina", la scelta della vittima e soprattutto "il valore non comune dell’orologio da polso dallo stesso indossato, sono indicativi di una pianificazione del colpo escludendosi, quindi, l’occasionalità della condotta". Aspetti al centro di approfondimenti investigativi, così come la possibile presenza di un quarto ragazzo sul posto.

Intanto i due maggiorenni restano nel carcere di San Vittore. La gip, che ha accolto la richiesta della Procura, oltre ai gravi indizi di colpevolezza ha rilevato la pericolosità sociale e il pericolo di reiterazione del reato, se rimessi in libertà. A questo si aggiunge il pericolo di fuga, visto che i giovani originari del Marocco si sono mossi come “fantasmi“, entrando clandestinamente in Italia.