REDAZIONE MILANO

Sala a tutto campo sferza Governo e Pd

Il sindaco: Meloni non viene in città. I dem? Scarsa voglia di vincere. Niente Cencelli per il dopo-Maran

Sala a tutto campo sferza Governo e Pd

Staffilate contro il Governo Meloni e stoccatine contro il Partito democratico. Il sindaco Giuseppe Sala svaria da destra a sinistra e non risparmia critiche né agli avversari né agli alleati. Il primo cittadino, intervistato da Corriere.it, punta dritto sulla presidente del Consiglio: "Ho detto più volte a Giorgia Meloni di venire a Milano. Al di là della retorica della locomotiva d’Italia, qui è dove le cose accadono prima e dove i problemi a volte si evidenziano". Ma l’invito non è stato ancora accettato dalla premier.

Sala, subito dopo, allarga il suo ragionamento ai rapporti tra il Comune e tutto il Governo: "Non posso che essere critico su alcune cose ma non mi pare di non avere un atteggiamento collaborativo. Le dita di una mano sono anche troppe se penso a quanti ministri sono venuti a Milano per sentire i problemi che abbiamo o le proposte che abbiamo. Alcuni ministri, diciamo la grande parte, non li ho mai sentiti. È un Governo che vedo assente dal territorio". Il sindaco, a questo punto, elenca i ministri con cui ha avuto un’interlocuzione su progetti che riguardano Milano: Matteo Piantedosi (Interno) sulla sicurezza, Gennaro Sangiuliano (Cultura) sui nuovi vertici della Scala e sulla Grande Brera e Andrea Abodi (Sport) sulle Olimpiadi 2026.

Non è finita. Perché Sala critica anche singoli provvedimenti dell’esecutivo nazionale. Giudica "scandaloso che il Governo in tema di affitti brevi abbia adottato un approccio ultraliberista", non prevedendo limiti più stringenti per i proprietari di casa che affittano i propri appartamenti ai turisti a Milano e in altre grandi città, sottraendo al mercato tanti alloggi per lavoratori e studenti.

Ma il sindaco afferma anche che "è ridicolo che Governo e centrodestra, in tema di sicurezza, continuino a ributtare la palla al sindaco, cioè a me, che posso contare solo sul 20% delle forze dell’ordine presenti a Milano, cioè i vigili urbani, che stiamo facendo di tutti per far aumentare". Il numero uno di Palazzo Marino boccia anche l’autonomia differenziata: "Non è il caso di fare le barricate ma non mi piace perché non considera per nulla le grandi città. Dialogo sulla riforma? Non c’è stato, perché il ministro Roberto Calderoli ha fatto una forzatura elettorale" per varare la legge prima delle Europee.

Da destra a sinistra. Sala critica la linea dem: "La cosa che non va nel Pd a volte è la scarsa voglia di vincere che alberga nel partito, c’è la volontà di rimanere su un percorso di conferma dei valori e di quello che è l’elettorato. Ci si prende pochi rischi ma così si rimane al 20%. Eppure l’Italia ha bisogno del Pd. Ma trovo intollerabile il fatto che le Europee vengano percepite come una prova della verità sulla segretaria Elly Schlein. Secondo me deve continuare a lavorare, non sarebbe saggio e corretto immaginare che si cambi segreteria di fronte a un risultato non buono". Non solo. In caso di elezione a Bruxelles dell’assessore alla Casa, il dem Pierfrancesco Maran, il sindaco avverte il Pd: "Se Maran viene eletto quello che chiedo ai partiti è di condividere l’idea che si debba proporre una squadra più forte, quindi non usare il manuale Cencelli. Si tolgano dalla testa che se esce uno del Pd entra uno del Pd. Può essere, ma entra uno capace, per me è legittimo fare le scelte migliori per la città".

Massimiliano Mingoia