
MILANO
Il sindaco come un uomo solo al comando, un po’ alla Fausto Coppi. Giuseppe Sala non crede alla formula del ticket e della squadra che il segretario della Lega Matteo Salvini sta delineando come schema di gioco del centrodestra per le elezioni comunali milanesi in programma in autunno: un candidato sindaco della società civile, molto probabilmente il pediatra Luca Bernardo, affiancato da un candidato vice, forse Gabriele Albertini, e da altri nomi per supportare la loro azione.
"La cosa che trovo un po’ strana – va all’attacco Sala – è questa idea che magari è bella da raccontare ma non funziona: avere un team. Il sindaco è quello che ascolta tutti, ha intorno a sé persone di fiducia ma decide. Non esiste l’idea che arriva uno ma gli mettono il vice e poi una triade. Uno che si candida a fare il sindaco di Milano deve avere il coraggio di dire ai milanesi: di fronte alle tante situazioni quasi giornaliere in cui bisogna decidere, “decido io’’. Non deve lasciare l’idea che poi dietro c’è qualcun’altro, qualche suggeritore o protettore". Parole che il primo cittadino ha pronunciato ieri sera durante la trasmissione di Radio Popolare “Sunday Blues’’ condotta da Davide Facchini e Luca Gattuso. Sala ormai si aspetta un rivale proveniente dalla società civile ma non gli sarebbe dispiaciuto battersi contro il Capitano del Carroccio: "Sarebbe un sogno la sfida con Salvini, ci metterei non so quante firme, perché sarebbe la sfida tra due modi diversi di vedere il futuro della città. Ma lui non si candiderà per sue valutazioni".
Il sindaco, poi, dice cos’è per lui oggi la sinistra: "La sinistra oggi deve scegliere poche battaglie ma su alcune cose essere precisa e decisa. Bisogna fare scelte di investimenti orientate all’ambiente, che creeranno lavoro, e quanto più possibile condividerne i risultati e i benefici per tutti. Senza raccontarci la solita balla che con una diversa redistribuzione delle tasse facciamo equità sociale, perché non è così. L’equità sociale è un bel concetto ma è la derivata di azioni di sviluppo e di crescita che una società si impone". Le domande alla fine si spostano sulla vita privata e Sala sottolinea: "Fare il sindaco non invecchia. Questi cinque anni sono stati i più felici della mia vita. Più di Expo? Sì. Per Expo sono stati cinque anni di fatica e di solitudine e poi sei mesi di trionfo. Solitudine perché c’era tanto scetticismo ma io e il mio team abbiamo sempre tenuto duro". Le ultime curiosità: "Le tre cose che mi fanno vivere bene? Il rapporto con Chiara (la fidanzata, ndr) e con i suoi figli. Il mio lavoro: sento di essere una speranza per tanta gente. La terza cosa è andare in bicicletta".
M.Min.