
L'uscita degli imprenditori da Palazzo Marino dopo l'incontro con il sindaco Beppe Sala
Milano – Una decina di costruttori, sviluppatori di progetti di rigenerazione urbana finiti al centro di inchieste della Procura di Milano sulla gestione dell'urbanistica in città, hanno incontrato il sindaco Giuseppe Sala e l'assessore Giancarlo Tancredi. Una interlocuzione durata circa un'ora e mezza, il primo summit convocato da Palazzo Marino per aprire un confronto sulla spinosa questione delle inchieste e dei cantieri bloccati.
Tra i partecipanti rappresentanti di società come Bluestone, Green Stone, il gruppo francese Nexity costruttore delle Residenze Lac sotto sequestro da luglio che nei giorni scorsi aveva aperto per la prima volta all'ipotesi di una riparazione, anche economica, 'sanando' alcune delle irregolarità emerse dalla inchieste dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici sui presunti abusi edilizi. Nei giorni scorsi Sala e Tancredi avevano già incontrato rappresentanti del comitato delle famiglie acquirenti di appartamenti in palazzi già realizzati o non ancora costruiti finiti al centro di indagini, che chiedono risposte sul loro futuro.
Nel corso dell'incontro il sindaco Sala ha illustrato ai costruttori convocati a Palazzo Marino una possibile soluzione fondata su una proposta di "accordo" che l'avvocatura comunale sottoporrà alla Procura per dare una prima risposta alle famiglie che hanno acquistato appartamenti in cantieri rimasti bloccati o in palazzi già costruiti ma finiti al centro di inchieste per presunti abusi edilizi. Gli sviluppatori immobiliari, in sostanza, dovrebbero produrre fidejussioni bancarie a garanzia della copertura degli eventuali maggiori oneri comunali che dovessero essere accertati come dovuti alla conclusione dei procedimenti giudiziari, come differenza rispetto a quanto già versato in passato.
"Se tali maggiorazioni saranno dovute - si legge in una nota diffusa al termine dell'incontro da Aspesi, l'associazione delle società di promozione immobiliare che hanno realizzato la maggior parte degli interventi contestati dalla Procura - il relativo pagamento al Comune da parte dei costruttori sarebbe garantito dalle banche, ma nel frattempo il problema delle famiglie sarebbe risolto perché gli edifici contestati verrebbero “liberati”, con la possibilità di chi deve rogitarli ed entrarvi di farlo e per quelli che già sono dentro di restarvi con tranquillità".
Una proposta, presentata ai costruttori, che ora dovrà essere sottoposta alla Procura, per verificarne nel concreto la possibilità di attuazione. Nei giorni scorsi il capo dell'Avvocatura del Comune di Milano, Antonello Mandarano, aveva tra l'altro incontrato il procuratore di Milano Marcello Viola. "Fermo restando che la soluzione del grave problema in atto a Milano non può non venire che dal Parlamento - spiega Filippo Oriana, presidente di Aspesi - siamo molto interessati alla soluzione del problema delle famiglie, sia sul piano umano che su quello imprenditoriale, poiché fornire la casa ai nostri clienti è il fine e l’anima stessa del nostro lavoro. Pertanto se una soluzione, sia pure parziale, sarà trovata rapidamente in un’ottica di collaborazione istituzionale tra poteri distinti dello Stato per il bene comune, noi ne saremo felici. L’importante è che il meccanismo che il Comune di Milano studierà e proporrà all’autorità giudiziaria - conclude - sia sostenibile finanziariamente, realmente efficace ed equo tra tutti i soggetti imprenditoriali chiamati a un sacrificio aggiuntivo rispetto agli accordi originari raggiunti con l’amministrazione comunale, al fine di avere le necessarie autorizzazioni a costruire secondo la normativa primaria e secondaria vigente”.