BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Salari inaccettabili". In presidio i lavoratori del centro psichiatrico

Rabbia a Cernusco: "Contratto fermo a fronte di un’attività pesante e delicata". La Residenza segue oltre 400 pazienti con servizi all’avanguardia.

"Salari inaccettabili". In presidio i lavoratori del centro psichiatrico

"Un lavoro pesante e delicato e richieste sempre maggiori, a fronte di stipendi del comparto che non sono soggetti ad aumento da troppi anni. È ora di cambiare: e vogliamo essere ascoltati". Esplode la rabbia dei dipendenti della Residenza psichiatrica Sant’Ambrogio - Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio: in oltre 70, l’altro pomeriggio, hanno aderito alle 2 ore di sciopero proclamate da Fpl-Uil e si sono riversati ai cancelli dell’enorme e storico centro di cura della Martesana, ancora oggi comunità residenziale per oltre 400 pazienti e con servizi d’assistenza all’avanguardia.

Welfare, organizzazione e indennità al primo posto fra le rivendicazioni. "Questa trattativa è aperta formalmente da mesi – spiega Ciro Mangione, segretario Fpl-Uil Milano –. Fallita una conciliazione davanti al prefetto, in luglio, è partito lo stato di agitazione. In concomitanza, fra l’altro, con un cambio alla dirigenza dell’ospedale. Una convocazione è arrivata, a dire il vero, proprio questa mattina, a sciopero già proclamato. Siamo pronti a sederci a un tavolo anche subito". L’appuntamento invece è per il 21 dicembre. Alle 2 ore di presidio, consumatosi senza disordini, hanno presenziato i carabinieri di Cernusco sul Naviglio. I lavoratori che protestano sono in parte dipendenti dell’istituto ospedaliero e in parte addetti in carico a cooperative. Ma tutti e tutte lamentano le stesse problematiche.

"Le condizioni di lavoro sono sempre più complesse – racconta una storica addetta –, il contratto è fermo e noi prendiamo salari ormai inaccettabili a fronte di un’attività faticosa e anche 7 notti al mese. Per noi non esistono feste e non esiste praticamente più una vita privata e familiare. E non reggiamo più economicamente". Adeguamento stipendi del personale di comparto, revisione dell’organizzazione del lavoro, benefit: l’azienda corrisponde una “una tantum“ mensile, ma non c’è accordo sugli incentivi. "Serve un riconoscimento anche per la delicatezza del compito che ci ritroviamo a svolgere – sottolineano al presidio –. Si tratta di malati che hanno bisogno di attenzioni importanti". Una professionalità che i manifestanti chiedono "sia tradotta in busta paga".