STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Salone fra voglia di futuro e dazi: "Ma è una vetrina internazionale"

Viaggio fra gli stand, accanto ai big come Kartell, Minotti e Molteni anche 168 nuovi brand per la prima volta. Lampade e arredi per gli spazi esterni. Martina Padoan: "Cerchiamo nuovi mercati e consumatori".

Viaggio fra gli stand, accanto ai big come Kartell, Minotti e Molteni anche 168 nuovi brand per la prima volta. Lampade e arredi per gli spazi esterni. Martina Padoan: "Cerchiamo nuovi mercati e consumatori".

Viaggio fra gli stand, accanto ai big come Kartell, Minotti e Molteni anche 168 nuovi brand per la prima volta. Lampade e arredi per gli spazi esterni. Martina Padoan: "Cerchiamo nuovi mercati e consumatori".

Il Salone del Mobile non è solo una piattaforma globale, internazionale di design, ma è anche un contenitore di piccole e grandi storie. Di scelte, non sempre facili da fare se si è una realtà artigianale con ambizioni planetarie. Così in questa edizione, la 63esima, che si consuma in un clima di incertezza economica per via dei dazi, con più di duemila espositori, c’è chi prende decisioni coraggiose. Il viaggio fra gli stand riserva sorprese. Prima volta per “MamaGreen“, racconta Martina Padoan, trevigiana, Sales Europa di questa azienda che realizza tavolini, poltrone e tutto quello che serve per arredare gli spazi esterni, utilizzando materiali sostenibili. "Ha il cuore in Belgio e la produzione in Indonesia. Da Casa Manzoni, per il Fuorisalone, al Salone del Mobile, per noi il salto è stato...lungo! Non è certo facile arrivare qui ma volevamo rafforzare l’identità globale e il Salone ci offre questa opportunità. Vogliamo penetrare meglio nel mercato europeo e di conseguenza, visti i dazi, allargarci ad altri mercati. Al Fuorisalone il target dei visitatori è completamente diverso, sono più turisti".

Anche per Ludovica Lencioni, direttrice di Atelier Biagetti, è la prima volta al Salone. "Ci siamo fatti conoscere nel Fuorisalone ma qui presentiamo meglio i prodotti". C’è tanta curiosità attorno allo stand di Pet Therapy, questo nuovo marchio di design di Atelier Biagetti, con gatti giganti, docili e lunari che diventano lampade scultoree e sedute. "Un progetto per chi vuole tornare bambino. Ci sono tanti clienti asiatici molto interessati, come forme siamo vicini al loro gusto. Preoccupazione per i dazi? Abbastanza, questa tipologia di beni viene colpita molto ma contiamo sul fatto che i nostri prodotti sono distintivi, e quindi i consumatori li compreranno ugualmente". Dai piccoli ai grandi, I big dell’arredamento sono schierati in pompa magna. Da Kartell che ha presentato ed esposto nel suo stand la Grande Panda, per ora un prototipo di una collaborazione tra il marchio torinese e Kartell. Un progetto destinato a sviluppi di una partnership tra il mondo dell’auto e quello del design. Sino a Minotti che presenta una collezione rinnovata con l’arrivo di nuovi designer (il brasiliano Marcio Kogan) che interpretano il marchio in forma poliedrica, guardando anche a nuovi giovani consumatori più esigenti e sofisticati. Fra uno stand e l’altro, per molti buyer c’è l’occasione di una pausa per visitare l’installazione “La dolce attesa“ del premio Oscar Paolo Sorrentino. L’installazione richiede pazienza, c’è la fila, si entra solo due alla volta, "è un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti", dice il regista.

Non a tutti piace l’attesa ma è interessante sperimentarla. Paolo Sorrentino (il 12 aprile), racconterà la sua installazione, dialogando con Antonio Monda, Giornalista e professore alla New York University. Comunque fra installazioni al Salone e fuori, in città, il programma culturale è riccamente allestito. Con i talk a cura di Annalisa Rosso che vedono sfilare nell’arena architetti e designer. Domani ci sarà Bjarke Ingels, (10 aprile), Founder and Creative Partner di Bjarke Ingels Group, che inviterà a riflettere su come materialità, tecnologia e interazione umana possono ridefinire il futuro dell’urbanistica.

Lesley Lokko (11 aprile), architetta, curatrice della passata (18esima) Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia spiegherà, invece, che al cuore di ogni progetto c’è uno strumento decisivo: l’immaginazione.