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Salva Milano, stop da Sala. Inchiesta sull’urbanistica. Il gip: legge dettata ai politici

L’ex dirigente del Comune ai domiciliari, il pm: si volevano bloccare le indagini. Il sindaco ritira il sostegno alla norma: non ci sono le condizioni per andare avanti. "Se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare e anche duramente".

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, 66 anni

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, 66 anni

di Anna GiorgiMILANODopo undici fascicoli di indagine aperti sulle irregolarità dell’urbanistica milanese, arriva la prima ordinanza che dispone i domiciliari per Giovanni Oggioni, 73 anni, architetto da poco in pensione, ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune ed ex componente, fino al 2024 della Commissione paesaggio, segretario del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano. Le accuse formulata nella ordinanza del gip Mattia Fiorentini sono corruzione, falso e depistaggio. Un cambio di passo nel filone d’inchieste sugli abusi edilizi che provoca anche un terremoto politico. Il Comune, visti "gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità descritti negli atti di accusa", in serata ha annunciato in una nota la rinuncia al discusso e contestato Salva Milano: "Non sosteniamo più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge". Solo qualche ora prima il sindaco Giuseppe Sala aveva detto: "A Milano l’edilizia è ferma perché le indagini della Procura hanno portato alla paralisi". E ancora: "Io vivo preoccupato, ma difendo sempre il Comune. Se poi uno ha sbagliato paghi anche duramente".

Secondo l’accusa e la ricostruzione fatta dalla Gdf, Oggioni avrebbe ricevuto una consulenza da 178 mila euro in tre anni, riconosciutagli dall’Associazione delle imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza, ora indagata, per favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie. Presidente di Assimpredil è Regina De Albertis, non indagata, ma perquisita come "terza", legata agli indagati. L’architetto arrestato, sempre secondo l’accusa, avrebbe poi falsamente rappresentato lo stato dei luoghi (superamento delle altezze consentite, aggiramento delle norme sui cortili, ampliamento delle cubature e superfici) nell’ambito di alcuni iter autorizzativi.

Ad esempio, scrive il gip nelle carte che dispongono l’arresto: "Spesso si escludevano dalla nozione di cortile, aree palesemente da considerarsi tali, o addirittura si qualificava come ristrutturazione una costruzione che non aveva traccia di manufatti precedentemente demoliti al solo fine di aggirare i limiti edificatori. In alcuni casi – si legge ancora – attraverso l’emanazione di circolari (poi sospese alle prime inchieste) i dirigenti autolegittimavano pratiche di approvazione definite come “atti unilaterali d’obbligo“ che, oltre a non rivestire alcun requisito richiesto, aggiravano la competenza inderogabile del Consiglio Comunale o ella Giunta". Oggioni, considerato il “dominus“ di questo “sistema parallelo“ sostitutivo di quello istituzionale, sempre stando alla accusa, stavolta di depistaggio, avrebbe anche e modificato le credenziali di accesso dei cloud, impedendo alla polizia giudiziaria di procedere alle copie forensi degli atti. Gli estremi del reato di corruzione vengono individuati dagli inquirenti anche tra Oggioni e la società “Abitare In“ spa che ha assunto la figlia del dirigente, con una contratto che le avrebbe fatto guadagnare 124mila euro, sempre in cambio di una “agevolazione“ della pratiche per cinque grossi progetti su Milano. La Procura chiede al Gip anche di interdire dalla attività due funzionari dello Sportello unico edilizia, Andrea Viaroli e Carla Barone, e un altro ex componente della Commissione Paesaggio, l’architetto Emilio Mario Cerri.

Dalle intercettazioni è emerso che il testo del Salva Milano è stato dettato ai loro referenti politici di Governo e in Parlamento proprio da Oggioni e da Cerri, lo scopo sarebbe stato "confezionare una legge che agisse sulle violazioni più evidenti rilevate dalla magistratura e mettesse al riparo dalle inchieste il sistema edilizio milanese".