
Ucciso a 8 anni dal padre durante un colloquio nella sede dei Servizi sociali. Convegno a Palazzo Marino: "È urgente promuovere nuovi modelli culturali".
A 16 anni dalla scomparsa, un convegno contribuisce a ricordare Federico Barakat, il bimbo di 8 anni che il 25 febbraio 2009 venne ucciso dal padre, poi suicida, durante un colloquio (in teoria, protetto) nella sede dei Servizi sociali di San Donato. L’associazione Federico nel Cuore, fondata dalla madre della vittima Antonella Penati, organizza oggi, dalle 14.30 alle 18.30 a Palazzo Marino, il convegno "L’educazione come antidoto contro la violenza".
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Milano Giuseppe Sala, dell’assessore al Welfare Roberto Bertolé e del presidente del tribunale di Milano Fabio Roia, sono previsti gli interventi di svariati relatori, compresi la senatrice Valeria Valente, membro della Commissione parlamentare sul femminicidio, e l’avvocato dell’associazione Federico nel Cuore, Federico Sinicato. A moderare l’incontro Cristina Obber, scrittrice e formatrice, esperta di violenza di genere.
"Importanti relatori ricorderanno Federico, che quest’anno avrebbe compiuto 25 anni, e richiameranno l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale che deve avere l’educazione - osserva Antonella Penati -. È urgente promuovere nuovi modelli culturali contro la violenza maschile, prevedendo percorsi educativi che rimettano in primo piano valori costituzionali quali l’eguaglianza, la libertà, i diritti delle donne".
"Riconoscere i meccanismi che stanno alla base della violenza dovrebbe essere tra le priorità dello Stato - prosegue -. È fondamentale prevedere percorsi educativi, per i minori, finalizzati all’identificazione e alla messa in discussione dei meccanismi che portano alla sottovalutazione della violenza. La violenza maschile è un fenomeno strutturale nel nostro Paese, quindi diventa prioritario, in considerazione dell’orribile numero di reati a sfondo sessuale, ai femminicidi, ai figlicidi, ai reati legati al bullismo e cyberbullismo, alla diffusa incapacità dei giovani ad accettare la fine di una relazione, che venga promossa in modo continuativo e strutturato l’educazione alle differenze".