ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Malore in piscina a San Donato, il 30enne non ce l’ha fatta: morto dopo una settimana in ospedale

Il ragazzo era stato estratto esanime dall’acqua. Il personale dell’impianto di via Parri aveva tentato le prime manovre di rianimazione, poi proseguite dai sanitari. Disposta l’autopsia sulla salma e sequestrati due defibrillatori

SAN DONATO - PISCINA DI VIA PARRI

San Donato, la piscina di via Parri dove un 30enne ha accusato un malore: è morto dopo una settimana

San Donato Milanese, 1 agosto 2024 – Non ce l’ha fatta il giovane di 30 anni che lo scorso 24 luglio è stato soccorso, alla piscina comunale di via Parri, dopo aver presumibilmente accusato un malore in acqua ed essere stato estratto esanime dalla vasca degli scivoli.

Il ragazzo è deceduto nella mattinata di ieri, mercoledì 31 luglio, al Policlinico San Donato, dov’era stato ricoverato in codice rosso e dove gli sforzi dei medici non sono purtroppo valsi a salvargli la vita. Ricoverato in terapia intensiva, il 30enne non ha mai ripreso conoscenza. A praticargli le prime manovre di rianimazione, anche con l’ausilio di un defibrillatore semi-automatico, è stato il personale della piscina; i tentativi di rianimazione sono poi continuati a cura dei soccorritori di Areu, arrivati sul posto con un’ambulanza e l’elisoccorso. Nonostante, ad un certo punto, il battito cardiaco fosse ripartito, le condizioni del giovane sono parse subito gravi. Da qui la corsa in ospedale e il ricovero in prognosi riservata. Fino al tragico epilogo.

La Procura di Milano ha disposto l’autopsia sulla salma e incaricato la polizia locale di San Donato di raccogliere testimonianze ed elementi utili ad approfondire l'accaduto. Pare che il ragazzo, poco prima di tuffarsi, avesse consumato del cibo e una bevanda. Un dettaglio che renderebbe plausibile l’ipotesi di una congestione. Ma si tratta appunto d’ipotesi, che dovranno trovare riscontro nel prosieguo delle verifiche.

Su disposizione della Procura, gli agenti della locale hanno posto sotto sequestro i due defibrillatori – quello della piscina e successivamente quello dei sanitari – usati per prestare i primi soccorsi. Sotto la lente anche il piano di sicurezza della piscina.