MARIANNA VAZZANA
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Cronaca

San Siro, le mosse per salvarlo. Ricorso al Tar e lettera a Sala: "Esclusa ogni altra proposta"

Il promoter di concerti Claudio Trotta: "Impossibile presentare un’alternativa in 37 giorni". I comitati si mobilitano con la battaglia legale. Il sindaco: "Necessità di chiudere entro l’estate".

Il promoter di concerti Claudio Trotta: "Impossibile presentare un’alternativa in 37 giorni". I comitati si mobilitano con la battaglia legale. Il sindaco: "Necessità di chiudere entro l’estate".

Il promoter di concerti Claudio Trotta: "Impossibile presentare un’alternativa in 37 giorni". I comitati si mobilitano con la battaglia legale. Il sindaco: "Necessità di chiudere entro l’estate".

Un ricorso al Tar depositato dall’associazione Gruppo Verde San Siro e una lettera al sindaco firmata da Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts, azienda tra le più importanti organizzatrici di concerti. Sono le ultime mosse per cercare di frenare "l’operazione di vendita" dello stadio Meazza e delle aree attorno, a bando fino al 30 aprile. Questo, nel giorno di apertura della Conferenza dei servizi preliminare per valutare la proposta di Inter e Milan relativa all’acquisto del sito; un “confronto“ tra i vari enti chiamati a esprimere un parere sull’operazione che si chiuderà a fine mese, prima della scadenza del bando.

E se è vero che in questo lasso di tempo potranno essere presentate anche proposte alternative, "è doloroso constatare che, allo stato attuale – scrive Trotta, che è anche tra i referenti del comitato “Sì Meazza“, nella lettera al sindaco – non sia realmente possibile partecipare a una manifestazione d’interesse per lo stadio di San Siro". Insieme "ad altri operatori dello spettacolo dal vivo" aveva "immaginato un progetto partecipato, innovativo e rispettoso della storia del luogo". "Ma ci siamo dovuti fermare. A bloccarci, in particolare, i tempi: appena 37 giorni, a fronte dei cinque anni e mezzo di interlocuzioni goduti dai fondi che gestiscono le due società calcistiche. Molti operatori, me compreso, confidavano in almeno 120 giorni".

Ma "il vero nodo è un altro. Non si parla più solo dello stadio Meazza ma del “compendio immobiliare della grande funzione urbana San Siro“. Una vera e propria operazione immobiliare. E allora viene da chiedersi: l’interesse pubblico dov’è?".

Nel frattempo, il Comitato “Sì Meazza“ guidato da Luigi Corbani, vicesindaco negli anni ’80 – che presenterà un altro ricorso al Tar tenendo conto del contenzioso tra Comune e club per gli affitti arretrati, su cui deve pronunciarsi il Consiglio di Stato – sta diffondendo delle "schede per illustrare gli imbrogli". Una al giorno. In quella di ieri evidenzia che, stando al progetto, "le aree della stazione del metrò San Siro e il capolinea del tram – non oggetto dell’acquisizione – produrranno volumetrie per le aree circostanti".

Intanto, il sindaco Sala risponde ai cronisti che sulla questione "non c’è un’accelerata, c’è la necessità di tenere dei tempi, che vuol dire arrivare a chiudere la cosa per l’estate. Sono convinto che, se non si chiudesse la cessione, certamente il Milan andrebbe a San Donato e l’Inter troverebbe un’altra soluzione. Sarebbe il peggio per gli abitanti del quartiere, perché saremmo costretti a mettere a frutto San Siro per non avere guai con la Corte dei Conti, e quindi faremmo d’estate “concerti a manetta“, come si suol dire". Mentre "con San Siro nuovo e insonorizzato, al contrario, la promessa è che toglieremo concerti dalla Maura".

Si infiamma il dibattito. "I due fondi immobiliari americani avevano espresso il desiderio di sistemare i loro bilanci con un nuovo stadio e una operazione immobiliare. E i loro desideri si stanno realizzando", protesta Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale, che elenca i “i nodi“, tra cui "una conferenza dei servizi preliminare col bando ancora aperto: da paese dei balocchi". Alessandro De Chirico (Forza Italia), scrive che "se fossi nel sindaco valuterei seriamente se non sia il caso di prorogare di un mese la manifestazione d’interesse, per dare la possibilità a più realtà di presentare la loro proposta di rigenerare lo storico Meazza".

Ieri, poi, il Municipio 7 ha comunicato le sue richieste, espresse nella Conferenza dei servizi preliminare. Tra queste, "più verde “profondo“, riqualificazione del quartiere Selinunte, no alberghi ma più spazi a uso pubblico, accensione della Ztl, maggiore distanza del nuovo stadio dalle case di via Tesio e più attenzione ai reali benefici del possibile spostamento del tunnel Patroclo che non dovrà essere modificato con uso degli oneri".