Fuga da San Siro. Il Milan comunica ufficialmente al Comune che sta valutando di realizzare un nuovo stadio solo rossonero nell’area dell’ippodromo La Maura, pista attualmente utilizzata per gli allenamenti dei cavalli da corsa e per i mega-concerti estivi. L’Inter, colta in contropiede dalla mossa dei “cugini’’, dice di essere pronta a mettere in atto un Piano B – realizzare un nuovo impianto in un’area fuori Milano, ancora top secret – ed esclude di restare al Meazza per un lungo periodo. Risultato: rischia di saltare, dopo quattro anni dalla sua presentazione, il progetto congiunto dei due club per costruire un nuovo impianto da 60-70 mila posti nell’area del parcheggio e nel Parco dei Capitani di fianco alla Scala del calcio, che nelle intenzione dei club andrebbe demolita per lasciare spazio a un distretto sportivo e commerciale. Fin qui, in sintesi, l’ultima puntata della “telenovela’’ San Siro. Ma ripartiamo da capo. Il sindaco Giuseppe Sala ieri alle 9.15 ha convocato a Palazzo Marino i vertici delle due società per fare chiarezza sulla situazione, dopo le indiscrezioni di stampa emerse nei giorni scorsi. Per il Milan c’erano il presidente Paolo Scaroni e l’amministratore delegato Giorgio Furlani, per l’Inter l’amministratore delegato Alessandro Antonello.
Il vertice è durato poco meno di un’ora. Il primo a parlare con i cronisti, in attesa all’uscita laterale della sede del Comune in via Case Rotte, è il nerazzurro Antonello: "L’opzione principale rimane il progetto dello stadio a San Siro insieme al Milan ma oggi (ieri, ndr ) la società rossonera ha comunicato ufficialmente che c’è un interesse formale sull’area della Maura. Questo richiederà due o tre settimane di analisi da parte del Milan. Poi ci rivedremo per capire se effettivamente quell’area sarà oggetto di sviluppo oppure se procederemo con il progetto originale: un nuovo stadio a San Siro insieme al Milan".
La mossa dei rossoneri di proseguire “in solitaria’’ ha irritato i vertici nerazzurri, anche se Antonello evita di far polemica: "È chiaro che quando ci sono cambi di proprietà (nel mesi scorsi il Milan è passato dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale, ndr ), le visioni possono cambiare. Dunque accettiamo in tutta tranquillità la loro analisi, ma abbiamo ben chiaro quello che è giusto fare per il club e per i nostri tifosi". Cioè? Il manager nerazzurro spiega che "qualora ci dovesse essere la scelta del Milan di opzionare un’altra area, anche l’Inter ha un’alternativa, come abbiamo sempre detto fin dall’inizio. Abbiamo un Piano B e ci stiamo lavorando. L’area dove costruire il nuovo stadio è stata identificata, ma non possiamo dire dove perché c’è un piano di confidenzialità che dobbiamo rispettare. Si tratta di un’area fuori Milano. I terreni in città sono molto limitati". Antonello esclude che i nerazzurri possano restare al Meazza per un lungo periodo. O nuovo stadio nell’area di San Siro o fuori Milano. Tertium – restare nella Scala del calcio – non datur.
Il progetto del nuovo stadio a San Siro, a questo punto, è sempre più in bilico, nonostante il Comune abbia speso 245 mila euro per l’organizzazione del dibattito pubblico che si è concluso il 18 novembre. Il Milan, intanto, fa sapere che la Maura non è l’unica opzione in campo per un impianto solo rossonero. Sul tavolo restano anche aree a San Donato, Rozzano e Sesto San Giovanni. La filosofia rossonera è netta: vogliamo fare il nuovo stadio il prima possibile, il nuovo impianto è necessario per aumentare i ricavi del club. A San Siro o altrove. Addio Meazza.