Milano, 20 settembre 2019 - Nuovo stadio più moderno, prezzi dei biglietti più alti? Il rischio che il nuovo impianto a San Siro proposto da Milan e Inter diventi uno stadio per ricchi c’è, tanto che mercoledì pomeriggio a Palazzo Marino il capogruppo del Pd Filippo Barberis ha chiesto garanzie ai vertici rossonerazzurri contro il caro-biglietti. Che ne pensa il sindaco Giuseppe Sala di un nuovo San Siro per ricchi con prezzi dei ticket alle stelle? «Certamente lo vedrei come un problema – risponde il primo cittadino a margine della presentazione del Motor Show –. Il calcio è uno sport popolare, Milano ha due grandi squadre, quindi non auspico una via per aumentare significativamente il prezzo dei biglietti. Ma non credo che si questo il punto per cui le squadre vogliono un nuovo stadio». Sala, in ogni caso, ammette che «una parte dei rappresentanti del Consiglio comunale ha chiesto un po’ di garanzie rispetto a questo aspetto» ma aggiunge che «non è semplice, perché l’economia di mercato detta le regole». Non solo. Il sindaco ricorda che «il nuovo stadio, se ci sarà un nuovo stadio, non sarà un impianto come quello della Juve (40 mila posti, ndr) ma avrà una capienza di 60 mila posti. La riduzione dei posti sarà limitata».
Limitata fino a un certo punto. Perché l’attuale stadio Meazza ha una capienza di 78.278 posti, con 6.500 posti premium, cioè a prezzi carissimi, mentre il nuovo impianto voluto dai club avrebbe una capienza di 60-65 mila posti al massimo, con i posti premium raddoppiati rispetto al Meazza: 12.500. Ciò significa che il nuovo stadio avrebbe quasi 20 mila posti in meno rispetto all’attuale e il doppio di posti premium, anche se Milan e Inter aggiungono anche che il restyling che hanno preso in considerazione (e poi scartato) dell’attuale impianto ridurrebbe la capienza del Meazza a 58 mila posti. La direzione, in ogni caso, sembra quella di aumentare il costo dei biglietti, una politica che peraltro Milan e Inter stanno già perseguendo: basta guardare i prezzi fuori controllo per il derby Milan-Inter di domani o per il big match Inter-Juve del 6 ottobre. Non è un caso, in questo senso, che più di un consigliere comunale abbia già denunciato pubblicamente il rischio che il nuovo San Siro diventi uno stadio per i ricchi.
Il primo a sollevare il tema è stato Basilio Rizzo (Milano in Comune), ieri ha rincarato la dose Alessandro Giungi (Pd), che, nel dire che si opporrà «fino all’ultimo stadio» alla demolizione dell’attuale impianto, sottolinea: «Il Meazza è uno degli stadi, anche grazie alla sua capienza, meno cari della Serie A e il nuovo impianto vedrebbe una sensibile diminuzione dei posti disponibili, portando a un sicuro innalzamento del prezzo dei biglietti». Tant’è. Nei documenti consegnati da Milan e Inter mercoledì ai consiglieri comunali, inoltre, si legge che l’ipotesi ristrutturazione del Meazza, con lavori di cinque-sei anni, comporterebbe un rischio in vista delle Olimpiadi invernali del 2026: «Si evidenzia che i tempi di una tale ristrutturazione potrebbero non assicurare il completamento dei lavori e l’agibilità dello stadio per le Olimpiadi (la cerimonia inaugurale sarà nel febbraio 2026) recentemente assegnate alla città». Il presidente dell’Inter Steven Zhang, intanto, ieri durante un convegno in Bicocca ha detto che «il club sta crescendo nei servizi e vuole migliorare ancora di più creando in primo luogo un nuovo stadio».