Un rappresentante dei club, a microfoni spenti, si lancia in una previsione da schedina calcistica: "Partita da 1X2". Come dire che è imprevedibile l’esito dell’incontro in programma oggi alle 9 in Comune tra il sindaco Giuseppe Sala, da una parte, e i vertici di Milan e Inter, dall’altra, sulla ristrutturazione dello stadio di San Siro. In una settimana, infatti, si è passati dal Milan che acquista l’area di San Donato e sembra ormai certo di voler abbandonare il Meazza, al primo cittadino, quasi rassegnato dall’addio dei club alla Scala del calcio, che inizia a ipotizzare un bando per vendere stadio e area a un altro privato, fino alla lettera di giovedì scorso di Webuild, la società di costruzioni che sta realizzando la M4, che si dice quasi certa che San Siro si possa ristrutturare senza far traslocare altrove Milan e Inter nei due o tre anni necessari per fare i lavori.
Un elemento tecnico fondamentale per i club: dal 2019 a oggi, infatti, hanno sempre ripetuto di voler costruire un nuovo stadio perché il restyling del Meazza senza trasloco temporaneo fuori Milano era impossibile. Ma prima un progetto firmato dall’architetto Giulio Fenyves (Arco Associati) e promosso dal capogruppo di FI Alessandro De Chirico e poi la missiva inviata da Webuild a Sala, al presidente del Milan Paolo Scaroni, ma non a un esponente di vertice dell’Inter (una semplice dimenticanza?) sembra aver riaperto la partita. Il condizionale, intendiamoci, resta d’obbligo, perché le intenzioni delle due società calcistiche milanesi non sembrano per nulla granitiche, anche se il Piano A dichiarato da entrambe resta il trasloco fuori Milano: il Milan punta a realizzare un nuovo stadio a San Donato, come accennato prima, ha avviato l’iter urbanistico e ha acquistato il terreno. L’Inter professa lo obiettivo dei cugini, cioè un nuovo impianto tutto suo, e ha un diritto di prelazione fino ad aprile su un terreno dei Cabassi a Rozzano dove realizzarlo.
Alla vigilia del vertice di questa mattina, certo, bisogna tener conto delle ultime dichiarazioni provenienti dai club. Domenica, prima di Monza-Milano, Scaroni, che oggi sarà presente in Comune per il club di Gerry Cardinale, ha spiegato che "la lettera di Webuild non mi rassicura molto, perché è piena di “se“, di “ma“ e di analisi da approfondire. Noi siamo pronti a prendere in considerazione una restyling di San Siro solo se c’è qualcuno che ci garantisce in modo formale il fatto che potremmo continuare a giocare lì. Se non avremo questa garanzia formale, andremo avanti su San Donato". Martedì, invece, l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello, che oggi sarà al vertice a Palazzo Marino, ha affermato che "la nostra priorità in questo momento è continuare a lavorare sul progetto di Rozzano, che è una possibilità molto concreta. Ma ora c’è questa opportunità messa sul tavolo dal Comune. Noi vogliamo valutarla".
La palla ora è nei piedi di Sala, pronto a fare sponda con Webuild per provare a convincere i club che il restyling senza trasloco non solo è possibile ma conveniente da punto di vista economico. Obiettivo non facile da centrare. In schedina la previsione sul risultato finale resta 1X2.