Milano, 6 febbraio 2018 - Intesa sulla gestione economica dello stadio di San Siro (si torna allo schema 54-46% per l’affitto), ma fumata grigia sul progetto di riqualificazione del Meazza (il Milan ha chiesto tempo fino a giugno). Ieri mattina Comune, Milan e Inter si sono seduti a un tavolo di confronto a Palazzo Marino per discutere del futuro dello stadio milanese. Da una parte c’erano gli assessori comunali Pierfrancesco Maran (Urbanistica), Roberta Guaineri (Sport) e Roberto Tasca (Bilancio), dall’altra gli amministratori delegati dei due club, il rossonero Marco Fassone e il nerazzurro Alessandro Antonello, accompagnati da alcuni collaboratori.
L'obiettivo dell’amministrazione comunale era riannodare i fili del dialogo dopo che lo scorso dicembre prima il Milan e poi l’Inter hanno disdetto il contratto di M-I Stadio, la Spa con cui le due società calcistiche gestivano il Meazza. Obiettivo raggiunto solo in parte. Sulla gestione economica, l’accordo c’è: rispetto all’affitto da nove milioni di euro che ogni anno Milan e Inter devono versare al Comune, proprietario dello stadio, si torna allo schema 54-46. In altre parole il Comune incasserà il 54% dell’affitto in contanti ogni anno dalle società e lascerà il 46% del canone a scomputo oneri per i lavori di restyling che Milan e Inter realizzeranno. Un accordo che accantona definitivamente il precedente schema 70-30, cioè 70% dell’affitto a scomputo oneri per i lavori e 30% di affitto cash, uno schema che era stato adottato prima della finale di Champions League per venire incontro a Milan e Inter e realizzare i lavori di riqualificazione entro la partitissima. Sui futuri lavori per rendere ancor più moderno il Meazza, invece, l’incontro di ieri non è stato risolutivo. No, perché il Milan, con Fassone, ha preso tempo, intende decidere su un nuovo stadio di proprietà entro giugno. Tempi un po’ troppo larghi per il Comune: lo scorso 9 gennaio il sindaco Giuseppe Sala aveva lanciato un ultimatum al Milan («due-tre mesi di riflessioni, poi bisogna arrivare a una sintesi»), ultimatum rispedito al mittente da Fassone.
Il timore del sindaco è che il Milan continui a prendere tempo e il progetto di restyling del Meazza non decolli. Sala ha già esposto nel settembre del 2016 le sue idee per il futuro dello stadio: impianto diviso a metà dal punto di vista funzionale tra Milan e Inter. I nerazzurri, nel loro progetto di massima, puntano a trasformare il terzo anello, quasi sempre chiuso tranne due o tre partite all’anno, in uno spazio commerciale. Il Milan, invece, per ora lascia aperta l’opzione di un nuovo stadio. Il Comune ha proposto due aree in alternativa alla società rossonera, a Rogoredo o Porto di Mare. Ma la reazione del Milan è stata fredda. Fumata grigia anche ieri. Nel comunicato finale si legge solo che è stato «stabilito di avviare una serie di incontri a cadenza mensile da qui all’estate tra Comune, Milan e Inter, al fine di condividere ed elaborare un percorso comunale per il rinnovamento dello stadio». Avanti piano.
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