MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, sul nuovo stadio di Milano c’è intesa tra Milan, Inter e Governo: “Sorgerà vicino al Meazza”

Passo avanti nell’incontro tra i dirigenti, il sindaco e i ministri Giuli e Abodi. Sala: i club compreranno l’area, nel vecchio impianto negozi e attività sportive. La Sovrintendenza: via il vincolo sul secondo anello. Ma resta lo scoglio del prezzo

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Lo stadio Meazza è stato inaugurato nel 1926, la capienza è di 76mila posti a sedere

Il governo in campo coi ministri Alessandro Giuli (Cultura) e Andrea Abodi (Sport), i dirigenti di Milan e Inter esprimono cauto ottimismo, la sovrintendenza milanese accantona l’ipotesi di vincolo sul 2° anello dal 2025, il sindaco Giuseppe Sala spera che questa sia la volta buona una soluzione. Il progetto del nuovo stadio rossonerazzurro nell’area di San Siro, proprio di fianco al Meazza, l’attuale impianto che dovrebbe essere rifunzionalizzato e parzialmente demolito, è stato al centro dell’incontro che si è svolto ieri mattina a Roma, nella sede del ministero della Cultura.

Al termine del vertice, tutte le parti parlano di passo avanti, di istituzioni e società concordi nel far andare avanti il progetto: “C’è stato apprezzamento e soddisfazione – si legge in una nota del Comune di Milano –. A breve i club procederanno alla presentazione della manifestazione d’interesse utile alla prosecuzione del procedimento”. Manifestazione d’interesse all’acquisto dell’area di San Siro dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio e in cui c’è la Scala del calcio. Il ministro Giuli ha chiamato a raccolta le parti per vedere se il progetto del San Siro bis può finalmente decollare, dopo 5 anni di trattative e polemiche tra Comune e club, ma di scarsi progressi.

Anzi, a un certo punto Diavolo e Biscione hanno abbandonato l’idea di realizzare un nuovo impianto insieme e hanno avviato l’iter per realizzare due nuovi stadi nell’hinterland: i rossoneri a San Donato Milanese, i nerazzurri a Rozzano. Lo scorso 13 settembre, però, la svolta. O meglio, il ritorno indietro di cinque anni, al progetto targato 2019: nuovo stadio a San Siro e Meazza rifunzionalizzato. Con uno scoglio da superare: l’annunciato vincolo della sovrintendente milanese Emanuela Carpani sul secondo anello, che nel 2025 compirà 70 anni.

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È proprio questo il motivo per il quale ieri Sala e i dirigenti di Milan e Inter e delle rispettive proprietà, Redbird Capital Partners e Oaktree Capital, si sono recati al ministero della Cultura, dove c’era anche la Carpani. La sovrintendenza, infatti, dipende dal ministero di Giuli e ieri si è provato a fare chiarezza, una volta per tutte, sull’annunciato vincolo sul secondo anello. A quanto si apprende, e come già anticipato da Carpani lo scorso 17 settembre dopo un incontro in Comune con sindaco e club, il vincolo sul secondo anello non sarà posto, soprattutto nel caso in cui Milan e Inter procedano all’acquisto del Meazza e del terreno limitrofo. In pratica, un via libera al progetto che le due società vorrebbero realizzare nell’area di San Siro, individuando nuove funzioni – commerciali e sportive – per l’attuale stadio, la cui struttura potrebbe essere sacrificata in buona parte.

Tutto a posto, dunque? Non proprio. Nelle ultime righe la nota del Comune ricorda che “si attende la perizia dell’Agenzia delle Entrate per avere il quadro necessario per una valutazione complessiva”. Ecco, il prezzo dell’area di San Siro non è un particolare da poco. Milan e Inter, anzi, fanno sapere che la cifra individuata sarà determinante per stabilire se l’operazione San Siro bis si farà oppure no. Il presidente rossonero Scaroni, ieri sera prima di Milan-Brugge, afferma: “Non conosciamo ancora il valore dell’area di San Siro, per questo teniamo ben desta la nostra ipotesi San Donato, su cui lavoriamo da tempo e abbiamo già speso 40 milioni di euro

Conclusione: l’incontro di ieri è stato un passo avanti, la spinta del governo è importante, ma meglio non dare nulla per scontato. Per il via libera al nuovo San Siro, Milan e Inter dovranno dire “ok, il prezzo è giusto”.