Milano – Il Comune di Milano presenterà ricorso al Tar per ottenere l’annullamento del vincolo sul secondo anello dello stadio di San Siro alla quale la soprintendenza alle Belle Arti della Città Metropolitana di Milano ha dato parere positivo.
Il ricorso – formalizzato con una delibera di Giunta – riguarda anche la dichiarazione della soprintendenza archivistica per la Lombardia del 27 luglio scorso, che qualifica la tribuna ovest dello stadio come archivio esposto.
La prima pietra nel 1926
Il ricorso del Comune e la battaglia sul vincolo della soprintendenza riguarda il secondo anello dello stadio, il maxi ampliamento, una sorta di raddoppio in realtà, realizzato nel 1955. A quella data però l’impianto aveva quasi trent’anni di vita. Fu inaugurato infatti il 19 settembre del 1926 con un derby amichevole tra Milan e Inter. La decisione di costruire lo stadio fu infatti della società rossonera che voleva superare i problemi logistici e strutturali dell’impianto di viale Lombardia, dove la squadra disputava le partite interne dal 1920. Il campo, che sorgeva nell’isolato tra l’attuale viale Campania e via Ostiglia (ora terreno del Tennis Club Milano), disponeva anche di una pista di atletica e poteva ospitare 20mila persone, ma il club – presieduto allora da Piero Pirelli, figlio del fondatore del colosso in industriale omonimo – lo considerava scomodo e inadatto. Individuò così l’area vicino all’ippodromo per avviare la costruzione di un nuovo stadio: il progetto venne affidato all’architetto fiorentino Ulisse Stacchini, il padre della Stazione Centrale. I lavori durarono un anno e alla fine nacque il nucleo storico del Meazza: un stadio da 35mila posti con quattro tribune separate.
Ampliamento del 1937
Oltre alle partite del Milan, nell’impianto di San Siro si disputarono alcune partite del Mondiale del 1934 (anche la semifinale vincente tra Milan Austria). In quell’occasione si evidenziarono i problemi di capienza dell’impianto: nel 1935 il Comune acquistò la struttura e ne decise un primo ampliamento, costruendo le quattro curve e unificando tutti gli spalti. I lavori vennero completati nel 1937 e la capienza arrivò a 55mila posti.
Nel Dopoguerra Milan e Inter si trasferirono temporaneamente all’Arena, perché il terreno di San Siro era troppo fragile e risentiva delle condizioni meteo. I due club proposero anche un ampliamento dell’Arena per soddisfare le loro esigenze, ma la Soprintendenza si mise di traverso. Dalla fine degli anni 40 tornarono quindi definitivamente a San Siro.
Il secondo anello
Dalla metà degli anni 50 si pose nuovamente la questione dell’ampliamento. Che venne infine deliberata dal Comune del 1953: San Siro cambiava ancora pelle. Il progetto, firmato dall’architetto altoatesino Armando Ronca, prevedeva un secondo anello raggiungibile con una serie di rampe elicoidali esterne da “poggiare” sulla vecchia struttura. Nel 1955 la trasformazione fu completa: la capienza totale salì a 85.000 posti, di cui circa 60.000 a sedere. Nel 1957 arrivò il maxi impianto di illuminazione che consentiva le partite notturne. Nel 1965 San Siro ospitò la storica finale di Coppa Campioni tra Inter e Benfica. Nel 2019, l’allora soprintendente Antonella Ranaldi, spiegò: “Oltre alle quattro torri e al terzo anello, alla struttura originaria se ne era aggiunta un’altra negli anni Cinquanta che considero significativa dal punto di vista architettonico”.
Italia 90
L’ultimo ampliamento fu quello del terzo anello e arrivò per i Mondiali d’Italia del 1990. I lavori furono necessari per adeguare San Siro alle norme Fifa che imponevano solo posti a sedere. Fu decisa così la costruzione di un terzo anello e la copertura di tutti i posti. La nuova gradinata, realizzata nell’area adiacente allo stadio e poi installata su quella esistente, poggia su 11 pilastri cilindrici che funzionano anche da scala esterna per raggiungere i vari settori. L’impianto venne omologato per 85.700 posti.
Il progetto di due stadi
Dal 2019 il Comune di Milano, d’accordo con M-I Stadio srl (la società di gestione compartecipata da Milan e Inter) ha avviato lo studio per la costruzione di un nuovo stadio sull’area dell’attuale impianto. Idea accantonata per le polemiche innescate dal progetto di abbattimento di San Siro, dai nuovi indirizzi economici dei club (orientati a impianti di proprietà esclusiva) e il parere positivo della Soprintendenza al vincolo architettonico sul secondo anello. I. Milan si è quindi orientato per la costruzione di un proprio impianto a San Donato, mentre l’Inter in un’area di Rozzano.