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Cronaca

Il futuro di San Siro? “Il vincolo decade se Milan e Inter acquistano lo stadio”. Sala chiede di fare il “prezzo” all’Agenzia delle Entrate

La Sovrintendente e la tutela che penderà sul secondo anello dal 2025: viene meno se un bene passa da una proprietà pubblica ad una privata

Giorni caldi a San Siro sia per la questione stadio sia per il derby imminente

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Milano, 21 settembre 2024 –  Milan e Inter hanno una sola soluzione per liberarsi del vincolo posto dalla Sovrintendenza su San Siro, per l’esattezza sul secondo anello: diventare proprietari dello stadio.

A spiegarlo una volta per tutte è stata, ieri mattina, Emanuela Carpani. Il vincolo scatterà nel 2025, allo scoccare dei 70 anni dall’edificazione delle caratteristiche rampe che avvolgono il Meazza come in un abbraccio. Da qui il chiarimento della Sovrintendente all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano: “Quando un bene passa da una proprietà pubblica a una privata viene meno l’istituto della tutela “de iure“, che stabilisce che i beni pubblici aventi più di 70 anni sono automaticamente sottoposti a disciplina di tutela, finché non si fa la verifica di interesse culturale” ha fatto sapere Carpani, a margine della presentazione del restauro conservativo dell’ex Istituto Marchiondi, che diventerà uno studentato. “Se un bene diventa privato – ha poi ripetuto Carpani – questa tutela de iure non scatta per legge. Questo può valere per lo stadio di San Siro e per tutti i beni di proprietà pubblica che vengono venduti prima dei 70 anni”. Quanto alle ipotesi di rendere un po’ più leggero il vincolo, la Sovrintendente è netta: “I vincoli non si inventano. Per fare un provvedimento di tutela bisogna motivarlo in modo tale che possa reggere un eventuale contenzioso. Sono atti declarativi e non attributivi, che riconoscono valori intrinsechi”.

Ora la palla torna di nuovo ai due club, chiamati a chiarire definitivamente le loro intenzioni sull’area dello stadio, vale a dire: se intendano procedere con la realizzazione di un secondo stadio accanto all’attuale (un progetto che dovrebbe comunque includere il ridimensionamento di San Siro e quindi un intervento sullo stesso), se siano invece disposte a lavorare solo sul Meazza, ammodernandolo secondo i loro standardi, o, infine, se le strade che portano nell’hinterland – leggi: San Donato per il Milan e Rozzano per l’Inter – siano davvero percorribili, al di là delle dichiarazioni strategiche e di quel gioco delle parti che accompagna ogni negoziato.

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Nel frattempo il sindaco Giuseppe Sala accoglie con sollievo le parole della Carpani, già riferite ai due club dalla stessa Sovrintendente in occasione dell’incontro tenutosi settimana scorsa, e sottolinea la necessità di avere il prima possibile dall’Agenzia delle Entrate una stima del valore di San Siro e delle aree immediatamente a ridosso. Un incontro a tal proposito è in agenda nei prossimi giorni.

“Abbiamo più motivazione ad andare avanti e continueremo a lavorare per capire meglio le cose – ha commentato Sala a proposito delle parole della Sovrintendente –. Stiamo cercando di accelerare con l’Agenzia delle Entrate per avere dei valori certi che sarebbero i valori a cui mettere a bando sia la struttura sia le aree circostanti”.

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Quanto all’ipotesi doppio stadio, è ancora in campo, assicura il sindaco, ma aggiunge: “Prima di dire che è una ipotesi solida voglio essere sicuro, perché posso capire possa esserci un disorientamento da parte dei cittadini per le tante ipotesi messe in campo finora. Sui prossimi step con le squadre non abbiamo fissato ancora incontri. Per ora la priorità è accelerare con l’Agenzia delle Entrate con cui avremo un incontro in questi giorni”.