MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro non si tocca, la rivincita di Sgarbi: “Critiche da destra e sinistra ma demolire era insensato”

Il sottosegretario al sindaco Sala: “Mentre lui parlava di deleghe, io lavoravo. Timori anche da La Russa e Sangiuliano. Ma il Meazza è un simbolo"

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e lo stadio Meazza, a San Siro

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e lo stadio Meazza, a San Siro

“Il vincolo della Sovrintendenza sullo stadio di San Siro? Sgarbi ha sempre ragione". Sorride, Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura. Nella sfida tra lui e il sindaco Giuseppe Sala sul futuro del Meazza sembra aver prevalso il critico d’arte prestato alla politica. "È impensabile paragonare me a Sala. Io sono come Cicerone e il sindaco come... lasciamo perdere".

Sgarbi, è soddisfatto di com’è finito il caso San Siro?

"Io, nel momento in cui Sala si lamentava perché io non avevo ancora le deleghe da sottosegretario alla Cultura e mi occupavo del vincolo su San Siro, ho sempre ripetuto che in quel caso le deleghe non volevano dir nulla. Deleghe sull’architettura contemporanea, e dunque anche sul futuro del Meazza, che poi il ministro Gennaro Sangiuliano mi ha assegnato. Io, ancor prima di avere le deleghe, stavo dando un indirizzo politico. Era scontato che uno stadio come quello di San Siro sarebbe stato vincolato. Non tanto perché sia bello o brutto dal punto di vista estetico, ma perché rappresenta una storia. Ma c’è anche un altro tema".

Quale?

"Non puoi buttar giù il Meazza per favorire le speculazioni private dei club. Quando il tema è stato posto, io avevo fornito un parere logico. Nel merito se ne sta occupando la soprintendente Emanuela Carpani".

La soprintendente, a quanto svelato dal sindaco, ha deciso di porre un vincolo culturale semplice sullo stadio di Milano relativo al secondo anello, che nel 2025 compirà 70 anni.

"La soprintendente ha guardato le carte e ha preso una decisione logica. Non ha senso, come ha sostenuto il Comune in una nota, che “se confermata, la decisione della Soprintendenza avrebbe conseguenze gravi non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto’’".

Sala è preoccupato che il Milan costruisca il suo nuovo stadio a San Donato Milanese, l’Inter a Rozzano e San Siro resti vuoto.

"San Siro ha una sua funzione. Il sindaco non può pensare che lo Stato faccia un favore a lui e consenta di demolire il Meazza per non far andare via i club di Milano".

Il sindaco ha sbagliato nella gestione del caso San Siro?

"Da sindaco della città devi avere bene in mente quali sono i suoi simboli. Se la chiamano “La Scala del calcio’’, ci sarà una ragione. Ma anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il ministro Sangiuliano sono intervenuti dicendo che io volevo creare problemi sul futuro di San Siro. Invece ho solo interpretato lo spirito della legge. Intanto si sono persi mesi. Buttar giù San Siro è una cosa insensata. Punto".

Il prossimo passaggio critico è il parere della soprintendente sulla passerella trasparente tra i due Arengari in Piazza Duomo. Lei cosa ne pensa?

"Io sono contrario alla passerella. E questo dovrebbe già farle capire come andrà a finire questa vicenda. Mi confronterò con la Carpani e le dirò che la soluzione migliore è realizzare una passerella sotterranea. Magari è una soluzione che andrà bene anche a Sala".