MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, venerdì Sala riunirà Inter, Milan e Webuild. Ma i rossoneri frenano: “Il Meazza è vecchio”

Il primo cittadino: “Restyling soluzione migliore, a giugno attendo la decisione di Milan e Inter”. Il rossonero Furlani: “Sì al nuovo impianto a San Donato, la Scala del calcio ha troppi limiti”

Rendering del restyling dello stadio di San Siro

Da incontro a tre a incontro a quattro. Venerdì mattina, a Palazzo Marino, è stato fissato un vertice sulla riqualificazione dello stadio di San Siro che oltre al sindaco Giuseppe Sala e ai vertici di Milan e Inter, che si erano già confrontati sul tema lo scorso 22 febbraio, vedrà la presenza del terzo giocare in campo nella partita per decidere il futuro del Meazza: Webuild, la società che sta costruendo la M4 e che si è detta pronta, gratuitamente, a realizzare in tre mesi uno studio di fattibilità che preveda di non far giocare altrove le due squadre nel corso dei lavori di ristrutturazione, opere che potrebbero durare dai due ai tre anni.

Sala , a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Iulm, fa il punto sul caso San Siro: "A questo punto lo scenario è chiaro, dare tre mesi di lavoro a Webuild per produrre un piano realistico. Se si può, io non lo do per scontato, ma spero che Webuild ci metta nelle condizioni di dire alle squadre: guardate che si possono fare i lavori di ristrutturazione del Meazza senza che voi dobbiate andare a giocare altrove. A quel punto, diciamo a giugno, la palla ritornerà a Milan e Inter. Io non sono solo speranzoso, ma avendoci riflettuto tanto ed essendo passato da anni di discussioni sul tema, un restyling ben fatto di San Siro credo che sia la cosa migliore".

Webuild ha anticipato che i lavori potrebbero essere condotti soprattutto in estate. "Bisogna capire quanto tempo ci si può mettere per realizzare la riqualificazione dello stadio, se due o tre anni – osserva il primo cittadino –. Lavori d’estate, sì, ma credo non solo. Il prossimo incontro sarà alla presenza di Webuild e dei due club, così si chiariranno alcuni aspetti. Non è che Webuild si può inventare il progetto di ristrutturazione dello stadio, deve ascoltare quelle che sono le esigenze delle squadre".

Il sindaco predica ottimismo sul restyling della Scala del calcio, ma dal Milan arrivano solo docce gelate sulle speranze di Palazzo Marino. Giovedì scorso, da Londra, è stato il patron rossonero Gerry Cardinale a dichiarare durante un summit del Financial Times che il Piano A del Diavolo resta il nuovo stadio a San Donato Milanese: "Abbiamo fatto più progressi noi in 18 mesi che chiunque altro in Italia. Io amo San Siro, è un privilegio giocare lì, la questione però non è lo stadio ma se possiamo vincere meglio con un nuovo stadio e la risposta categoricamente è sì". Sala, il giorno dopo, aveva bacchettato Cardinale ("Se veramente non sono interessati a San Siro, piuttosto che dirlo in un’intervista a un quotidiano inglese, scrivano una lettera al Comune").

Ma ieri, qualche ora dopo le dichiarazioni del sindaco su San Siro, il controcanto rossonero è stato affidato all’amministratore delegato Giorgio Furlani, intervenuto a Investopia 2024, un incontro di finanza e business in Medio oriente: "Guardando avanti, il percorso futuro del Milan prevede la continuazione del nostro percorso di espansione internazionale in Medio Oriente e in America, insieme al progetto ambizioso di un nuovo stadio a San Donato. Il nostro attuale stadio, con la sua età e le sue limitazioni, non soddisfa più gli standard necessari per offrire un’esperienza ottimale ai nostri tifosi".