REDAZIONE MILANO

Truffa Cassa Covid: rinviata l’udienza per la ministra Santanchè

Il gup ha dato l’ok alla richiesta di “termini a difesa” presentata dal nuovo avvocato dell’esponente del governo. Si torna in aula il 20 maggio, l’Inps, intanto, risarcito con 126mila euro, ritira la costituzione parte civile

Truffa Cassa Covid: rinviata l’udienza per la ministra Santanchè

Milano, 26 marzo 2025 – Slitta di quasi due mesi l’udienza preliminare del processo che vede fra gli imputati la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Dell’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’Inps, per un presunto indebito accesso ai fondi della cassa integrazione Covid, si riparlerà il 20 maggio. 

La decisione è del gup di Milano Tiziana Gueli, dopo che il nuovo legale dell’esponente del governo Meloni, l'avvocato Salvatore Pino, ha chiesto un "termine a difesa", ossia un rinvio per studiare gli atti data la recente nomina. L'altro difensore, Nicolò Pelanda, era, invece, impegnato in un altro processo.

La ministra Daniela Santanchè è accusata di truffa ai danni dell'Inps nell'utilizzo dei fondi della cassa Covid
La ministra Daniela Santanchè è accusata di truffa ai danni dell'Inps nell'utilizzo dei fondi della cassa Covid

Già ieri l'avvocato Pino, che ha sostituito nel collegio difensivo il legale Salvatore Sanzo, aveva preannunciato alla gup la richiesta di un termine a difesa, presentata stamani, e al contempo l'altro difensore Pelanda ha depositato legittimo impedimento perché impegnato in un altro processo in appello. Da qui il rinvio deciso dalla giudice.

Nell'udienza di oggi, comunque, non si sarebbe arrivati a decisione sui rinvii a giudizio o meno.

Il procedimento

Dopo che la Cassazione ha stabilito che il procedimento resta a Milano, è ancora aperta la fase delle questioni preliminari e i difensori potrebbero sollevarne altre o anche chiedere l'esame degli imputati in aula. Poi, la parola passerà ai pm che ribadiranno la richiesta di processo. Infine, parleranno la parte civile Inps, con il legale Aldo Tagliente, e le difese. Serviranno, dunque, almeno altre due udienze.

La gup, intanto, sta per passare ad altro incarico in Tribunale ed è stata prorogata all'ufficio gip fino al 31 marzo, ma potrebbe, comunque, rimanere applicata per concludere l'udienza preliminare.

Ad ogni modo, anche un cambio di giudice in questa fase non allungherebbe di troppo i tempi.

La pubblica accusa

La pm di Milano Marina Gravina, davanti alla gup Tiziana Gueli, non solo si è opposta alla richiesta di termini a difesa del nuovo legale della ministra Daniela Santanchè, Salvatore Pino, ma anche ad un rinvio così lungo al 20 maggio, di quasi due mesi, facendo presente che sul procedimento per la presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps incombe il rischio prescrizione.

Le prime condotte contestate, infatti, risalgono al 2020 e la prescrizione per il reato è di 7 anni e mezzo. Le tesi portate in aula dalla Procura non sono state accolte dalla giudice Tiziana Gueli. Il 20 maggio pare fosse la prima data di udienza disponibile.

L’avvocato

Successivamente all’udienza di oggi, l’avvocato Pino si è soffermato a rispondere alle domande dei giornalisti in tribunale. Il quale, ha dato anche una notizia sulla posizione dell’Inps nel processo che potrebbe iniziare. “Inps ritirerà la costituzione di parte civile, ha preso atto che non ci sono più pendenze in atto – ha detto Pino, che ha spiegato come l'Inps sia stato risarcito con "qualcosa in più di 126mila euro" e che quindi uscirà dal procedimento e non sarà più parte civile.

Quanto all’umore della sua assistita, Pino ha detto di aver "sentito ieri la ministra” e di averla trovata “tranquillissima".

Il nuovo legale della ministra Daniela Santanchè, l'avvocato Salvatore Pino in tribunale a Milano dopo l'udienza
Il nuovo legale della ministra Daniela Santanchè, l'avvocato Salvatore Pino in tribunale a Milano dopo l'udienza

Gli addebiti

Secondo le accuse, la senatrice di FdI, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria - società del gruppo fondato dalla ministra, da cui è uscita nel 2022, e anche esse imputate - sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente" la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid per 13 dipendenti, per oltre 126mila euro.

A Santanchè, così come agli altri due, viene imputato di aver "dichiarato falsamente" che quei dipendenti fossero in cassa "a zero ore", mentre invece svolgevano le "proprie mansioni" in "smart working". Visibilia Editore ha già chiesto di patteggiare e le due società hanno risarcito l'Inps.

Per la ministra il processo sul falso in bilancio nel caso Visibilia inizierà, invece, il 15 aprile. Poi, è indagata per bancarotta per il fallimento di Ki Group e rischia un'accusa analoga dopo il crac anche di Bioera.

Il dibattito

Qualcuno, soprattutto sui banchi dell’opposizione, aveva visto nella mossa del ministro, una strategia dilatoria. La ricostruzione è stata negata con decisione, per esempio, dal presidente del Senato Ignazio La Russa, politicamente legato alla ministra, al di là della comune appartenenza a Fratelli d'Italia. “Ma quale strategia dilatoria? Capirei la polemica se Daniela Santanchè avesse fatto qualcosa per tirare il processo per le lunghe. Ma, da qui, non mi pare – ha detto la seconda carica dello Stato – Mi sembra una semplice questione di dialettica processuale”.

Altri “colonnelli” di Fratelli d’Italia (il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami), intanto, guardano già oltre, sostenendo che se la ministra dovesse venire rinviata a giudizio, sceglierà di dimettersi. Dall’opposizione, invece, si raffigura una premier Giorgia Meloni sotto ricatto di Santanchè.