ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

I veleni della Saronio, storia infinita: slitta ancora l’avvio della bonifica

Cerro al Lambro, l’area di 45mila metri quadrati dismessa da oltre 40 anni è abbandonata al degrado. Ai tempi del Fascismo qui si producevano armi chimiche e la proprietà è del ministero della Difesa

La vasta area di via Libertà nella frazione di Riozzo è ricoperta dalla vegetazione

La vasta area di via Libertà nella frazione di Riozzo è ricoperta dalla vegetazione

Cerro al Lambro (Milano) – Un’area di 45mila metri quadrati, dismessa da oltre 40 anni, dove ai tempi del Fascismo si producevano armi chimiche. Ennesimo slittamento in avanti per la bonifica del sito militare dell’ex Saronio, grande fabbrica di Melegnano che nel distaccamento di Cerro al Lambro lavorava fosgene e mercurio per gli eserciti di Mussolini. Secondo le ultime notizie in arrivo da Roma (il sito è in capo all’esercito), i passaggi preliminari alla bonifica del terreno di Cerro al Lambro, ancora inquinato dai resti delle lavorazioni di un tempo, non partiranno prima dell’inizio del 2025.

«L’aumentato costo dei materiali impone ulteriori procedure burocratiche e un riadeguamento della cifra, 686mila euro, già messa a budget dal ministero della Difesa per il piano di caratterizzazione e l’abbattimento degli edifici fatiscenti che punteggiano l’area – così il sindaco di Cerro, Gianluca Di Cesare, riferisce gli aggiornamenti in merito all’annosa questione –. La nostra amministrazione continuerà a sollecitare un avvio dei lavori nel più breve tempo possibile, per sanare una ferita che si trascina ormai da troppo tempo".

Oggi l’area di via Libertà nella frazione di Riozzo, contrassegnata da un arco di 40 metri con l’aquila fascista, è coperta dalla vegetazione, che ha ormai preso il sopravvento tra i vecchi capannoni in disuso. A pochi passi dal cancello d’ingresso prospera una colonia felina. Sono svariate le idee per una riqualificazione: l’attuale amministrazione comunale pensa a un bosco urbano, mentre dall’opposizione arriva la proposta di realizzarvi un museo della pace. Progetti, per i quali si dovrà comunque attendere la bonifica.

La Saronio militare era la propaggine cerrese dell’omonima ditta chimica che, rimasta in attività dagli anni Venti agli anni Sessanta, nel quartier generale di Melegnano produceva coloranti. Tra le industrie più importanti del territorio e non solo, la fabbrica di Piero Saronio utilizzava però sostanze fortemente inquinanti. Da qui i numerosi casi di carcinoma alla vescica che si sono registrati fra operai ed ex operai. Di recente il Comune di Melegnano ha incaricato un’impresa del settore di eseguire ulteriori controlli (oltre a quelli già effettuati in passato) sulla falda acquifera, nella zona dove un tempo sorgeva l’industria.