Milano, 13 luglio 2017 - Suscita indignazione l’affidamento in prova ai Servizi Sociali di Remi Nikolic dopo 5 anni di carcere. Nel 2012, ancora 17enne, Nikolic travolse e uccise il vigile Niccolò Savarino per poi fuggire in Ungheria, dove fu arrestato tre giorni più tardi. Il processo si concluse con una condanna per omicidio volontario a 9 anni e 8 mesi di reclusione. A distanza di cinque anni dall’ingresso al Beccaria, il tribunale dei minori di Milano ha deciso per la scarcerazione e l’affidamento in prova ai Servizi Sociali, come chiesto dal legale del ragazzo. Una decisione che, come anticipato, fa discutere. E parecchio. Il fratello e i genitori di Savarino sono "arrabbiati", spiega Gabriele Caputo, l’avvocato che in questi anni ha assistito la famiglia del vigile. "Ma – prosegue Caputo – erano già consapevoli di come sarebbero andate le cose dopo la pena così bassa. Nikolic non ha mai chiesto scusa a nessuno della famiglia, le scuse le ha presentate una volta sola in primo grado ma al giudice, da lui non è arrivato mai un pentimento sincero. Nel processo d’appello l’imputato è stato trattato come una vittima più delle vittime stesse e quella pena è stata una beffa per la famiglia".
Scosso anche il sindaco Giuseppe Sala: "È umanamente inaccettabile che il responsabile dell’omicidio dell’agente Savarino possa uscire dal carcere dopo aver scontato solo 5 anni di pena, tenuto conto della sua rocambolesca fuga all’estero per sfuggire alla giustizia. Condivido il dolore della famiglia Savarino che dopo questa notizia è ancora più forte". Dello stesso avviso l’assessore comunale alla Sicurezza, Carmela Rozza: "È una vergogna che un efferato assassino possa riprendere una vita fuori dal carcere dopo soli 5 anni. Quello dell’agente Savarino è stato un crimine estremamente feroce, di una violenza inaudita, con una fuga all’estero per sfuggire alla giustizia e alle responsabilità, fermata solo dalla prontezza della polizia locale. Quanto meno mi sarei aspettata che l’omicida, che non ha avuto nessun rispetto per la vita umana, scontasse la pena, già poco severa, nella sua totalità". Contro la decisione del tribunale del minori protesta anche il centrodestra: "Savarino è stato ucciso per la seconda volta – dichiara Simona Bordonali, assessore regionale alla Sicurezza –. Non riesco nemmeno a immaginare il dolore dei famigliari, degli amici e dei colleghi di Niccolò, ma desidero unirmi a loro in questo momento di ulteriore sofferenza". "La vita di un uomo, la vita di un servitore dello Stato ucciso mentre faceva il suo dovere per tutti noi cittadini, vale così poco? Vale solo cinque anni?" chiede, provocatoriamente, Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda. "Uno schiaffo a Milano e alla famiglia della vittima" sentenzia il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Riccardo De Corato.
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