NICOLA PALMA
Cronaca

Scala, la legge pro-Fuortes rischia di far saltare la proroga di Meyer. Ecco perché

Il Governo vuole fissare a 70 anni il limite d’età per i sovrintendenti: così Lissner libererebbe il posto all’ad Rai al San Carlo di Napoli. Oggi il manager del Piermarini ha 67 anni: addio secondo mandato?

Dominique Meyer

Le indiscrezioni sono discordanti: c’è chi dice che il decreto approderà oggi in Consiglio dei ministri; c’è chi assicura che la norma slitterà ancora. Stiamo parlando della norma che potrebbe mandare in pensione a 70 anni i sovrintendenti dei teatri italiani. L’obiettivo neanche troppo nascosto del provvedimento è quello di dare il benservito al numero uno del San Carlo di Napoli Stéphane Lissner e aprire la strada alla nomina di Carlo Fuortes, ad della Rai sempre più in bilico. Nelle scorse settimane, si era parlato per lui anche dell’ipotesi Scala, ma poi tutto è tramontato. Ora la pista calda porta verso Sud, ma c’è da fare i conti con la strenua resistenza di Lissner, che vuole portare a termine il suo mandato; e per farlo sarebbe pronto a ricorrere alle vie legali.

Il manager francese, per dieci anni alla guida del Piermarini, ha compiuto 70 anni lo scorso 23 gennaio; di conseguenza, l’entrata in vigore della norma di cui si parla lo metterebbe immediatamente fuori gioco. In realtà, quella legge potrebbe avere un pesante effetto collaterale pure in via Filodrammatici. Sì, perché l’attuale sovrintendente Dominique Meyer compirà 68 anni il prossimo 8 agosto: questo significa che alla scadenza del mandato, nella primavera del 2025, ne avrà quasi 70. Tradotto: se le regole del gioco cambiassero, dovrebbe dire addio al sogno di un rinnovo quinquennale.

Di più: non sarebbe neppure possibile prorogare il contratto di un altro anno, fino al 2026, per allinearlo alla fine del mandato del sindaco-presidente Giuseppe Sala. Stiamo parlando di scenari futuribili e in continua evoluzione, certo, ma una prospettiva del genere rischia comunque di creare tensione in un teatro che sta vivendo un periodo di rinascita dopo gli anni bui della pandemia e le preoccupazioni economiche legate all’impennata dei costi delle materie prime, ai paventati tagli dei fondi pubblici e in generale all’incertezza del quadro internazionale.

Solo una settimana fa, Meyer si è presentato davanti al Cda con i conti più che in ordine: bilancio in attivo per 700mila euro. In tre anni, l’alsaziano ha varato la rivoluzione green, lanciato la piattaforma streaming, imbastito coi sindacati la trattativa per il rinnovo del contratto Scala, portato avanti il cantiere di via Verdi e gettato le basi per la Magnifica Fabbrica di Rubattino. "Ho rimesso a posto la Ferrari e vorrei guidarla un po’", ha sintetizzato lui qualche tempo fa. La speranza è che qualcuno non pensi che sia troppo vecchio per pilotare una fuoriserie. O peggio: che per "sistemare" un dirigente in uscita se ne sacrifichi un altro, con la scusa dell’età e trascurando il merito.