
Scalo House, via Lepontina angolo via Valtellina (Ansa/Salmoirago)
Milano – Gli operai sono rientrati nei cantieri sotto sequestro dello Scalo House, per lavori di messa in sicurezza autorizzati dalla Procura di Milano, tra gli sguardi incuriositi dei residenti e un’auto della polizia locale in presidio davanti ai cancelli aperti. Il Tribunale del Riesame di Milano, motivando la conferma del sequestro scattato lo scorso novembre, contro il quale aveva fatto ricorso la società Green Stone Sicaf Spa, torna a quella seduta della Commissione per il paesaggio del 7 novembre 2019 e alla valutazione (“Lo spazio aperto preesistente all’intervento non si configura storicamente come cortile”) che ha dato il semaforo verde al progetto dell’architetto Paolo Mazzoleni, assessore all’Urbanistica a Torino e coinvolto in alcune delle inchieste dei pm milanesi Petruzzella, Filippini e Clerici che hanno messo sotto la lente una serie di operazioni di rigenerazione urbana, in questo caso residenze e studentato in via Valtellina 38 e via Lepontina 4.
Al posto dei precedenti edifici a uno e due piani “due nuovi edifici a torre residenziali per 65 appartamenti”: uno di 8 piani, l’altro di “ben 13 piani posto all’interno dello spazio del cortile”. Una valutazione come “non cortile“, che consente di bypassare il Pgt per costruire a un’altezza superiore, è bollata dai giudici del Riesame Galli, Amicone e Natale (accogliendo le argomentazioni dei pm) come “del tutto priva di motivazione” e anche in “aperto contrasto con la logica”. La Commissione ha espresso un giudizio “discrezionale”, anche perché in precedenza, nella seduta dal 14 giugno 2018, lo stesso gruppo aveva dato “parere negativo in relazione all’inserimento di un edificio di 13 piani nello spazio cortilizio all’interno dell’isolato, ritenuto eccessivamente impattante”. Nel 2019, però, cambia progettista, e Mazzoleni ottiene il tanto atteso via libera: all’epoca era direttore dello Sportello Unico Edilizia del Comune Giovanni Oggioni (finito nei giorni scorsi ai domiciliari per corruzione), presidente della Commissione per il paesaggio Stanislao Prusicki.
“La nuova progettazione giudicata favorevolmente dalla stessa commissione – osservano i giudici – prevedeva la stessa torre di medesima altezza nella medesima posizione”. Un progetto che “non rispettava nemmeno le distanze minime inderogabili con gli edifici esistenti”, tanto che c’è una distanza di solo 5 metri fra “la torre e la parte più interna dell’edificio prospiciente su via Valtellina” togliendo così “luce e aria” alle altre case. Questa interpretazione del “concetto di cortile”, secondo i giudici determina un “peggioramento delle condizioni abitative” anche perché i cortili “costituiscono tessuto identitario della città ma anche più fragili”. Sono tra le aree interessate “dagli interventi più rilevanti di sostituzione edilizia”.
Operazioni in diversi casi finite al centro di inchieste e proteste dei residenti, da piazza Aspromonte alla Bindellina. La decisione del Riesame verrà impugnata da Green Stone, con un ricorso in Cassazione. Così come sono stati presentati ricorsi al Riesame chiedendo dissequestri dopo le perquisizioni della Gdf nel filone (tra gli indagati Assimpredil e il vicedirettore Andrea Lavorato) che ha portato all’arresto di Oggioni. ll sindaco Giuseppe Sala oggi incontrerà i comitati delle famiglie che hanno comprato alloggi in immobili in costruzione, ora bloccati: “Cosa possiamo fare è tutto ancora da capire – spiega Sala – intanto è importante sentire le loro opinioni”.