Arrestato sei giorni fa a Malpensa su mandato delle autorità russe per "associazione per delinquere, violazione del diritto d’autore e organizzazione di gioco d’azzardo", un 42enne, nato a Mosca e in arrivo con un volo da Tel Aviv, ha spiegato ai giudici milanesi di essere cittadino "israeliano", imprenditore nel settore dei software e un "finanziatore" della resistenza ucraina. La Corte d’appello lo ha scarcerato su istanza degli avvocati Antonio Buondonno e Davide Poberejskii, dopo che due giorni fa il Ministero della Giustizia ha chiesto per lui la revoca "di ogni misura cautelare a scopo estradizionale" verso la Russia.
"Specifico che non ho la nazionalità russa in quanto mia madre era ebrea e mio padre ucraino", ha spiegato Dmitry Samsonov nell’udienza per l’identificazione tre giorni fa, dopo essere stato arrestato e portato nel carcere di Busto Arsizio (Varese). Ha detto di essere residente a Tel Aviv e di avere anche una casa a Milano.
"In Ucraina - ha aggiunto, spiegando pure di averci vissuto fino all’invasione russa - ho un fondo di investimenti che vende licenze alle società di software". E poi ancora ha voluto chiarire, tra le altre cose: "Finanzio i militari in Ucraina affinché combattano per la libertà nella guerra contro la Russia, ciò è risaputo in Russia, dove è considerato terrorismo".Con un provvedimento firmato dalla quinta sezione d’appello, l’uomo è stato scarcerato, dopo che anche il sostituto procuratore generale Laura Gay aveva dato parere favorevole.