MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Scavi archeologici in Sant'Ambrogio: in quei duecento scheletri i segreti di Milano /FOTO

Rimasti sepolti per secoli, riemergono con i cantieri della metropolitana.Le ossa sotto i raggi X

Gli scavi in Sant'Ambrogio

Milano, 24 febbraio 2019 - Rimasti sepolti per centinaia di anni, riemergono con i cantieri di M4. Sono più di duecento scheletri, affiorati dagli scavi vicino alla basilica di Sant’Ambrogio e in via San Vittore. Un numero che potrebbe crescere, considerando che quest’area è stata prima una necropoli romana e poi, in periodo paleocristiano, un luogo di sepoltura «prestigioso» nel suolo del sagrato della basilica. Un posto ambito, come spiega la soprintendente Antonella Ranaldi, perché vicino ai corpi di Ambrogio e dei martiri Gervaso e San Protaso che si trovano nella cripta sotto all’altare. Il grembo della terra accanto alla chiesa che rappresenta il cuore della milanesità ha continuato ad accogliere defunti fino all’epoca moderna, dopo il medioevo. Ora quelle ossa sono un patrimonio che potrebbe svelare misteri sul passato e aiutare a scoprire come vivevano i milanesi delle diverse epoche. Chi erano, quei milanesi? Lì si sono trovati, ad esempio, svela Antonella Ranaldi «i resti di bambini deposti entro anfore in terracotta con minuti giocattoli, curiosi dadi in miniatura e altro», scheletri di adulti e di persone affette da malattie. Per scoprire quali bisognerà analizzare quelle ossa, ed è ancora presto per dire qualcosa «perché siamo agli inizi - spiega Cristina Cattaneo, direttore del laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano, che coordina il lavoro -. Si deve procedere per fasi: prima bisogna lavare le ossa, poi, semplificando, mettere insieme i pezzi, effettuare le radiografie e infine interpretare i dati sulla base dei riscontri oggettivi». A quel punto i risultati verranno comunicati.

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Il numero degli scheletri - duecento - è una stima. Ma la loro presenza non è una sorpresa, anzi: «Era ampiamente prevedibile dato il luogo in cui ci troviamo - evidenzia la soprintendente Ranaldi -. Avrei voluto evitare questi scavi, per la sacralità del luogo e perché mai toccato prima. Ma erano inevitabili per poter realizzare la nuova metropolitana. Anche se dolorosa, l’occasione degli scavi porterà a nuove conoscenze dal punto di vista antropologico». Che potrebbe spalancare una nuova porta sul passato. Lo scorso giugno, di fronte alla chiesa di San Vittore, durante gli scavi preparatori al passaggio della talpa, gli operai si trovarono al cospetto di un frammento del muro perimetrale poligonale del recinto esterno al Mausoleo di Massimiano risalente al IV secolo dopo Cristo, che conferma le conoscenze che si avevano del luogo. Altre strutture più tarde di età alto medioevale, invece impreviste, sono emerse proprio di recente. Anche lì come ci si aspettava sono comparse altre sepolture, anche collettive entro vere e proprie stanze dove si facevano scivolare i corpi. Parte dei tanti scheletri ora raccolti. Negli anni scorsi, poi (i primi ritrovamenti risalgono al 2005) la terra smossa per realizzare il parcheggio sotterraneo in piazza Sant’Ambrogio aveva portato in superficie altri scheletri, ben conservati: affiorate circa 90 tombe, parte del cimitero dei martiri che si estendeva oltre le mura cittadine tra i secoli IV e V, in età tardo romana. Un cimitero rimasto nascosto per 1.700 anni. Il vescovo Ambrogio scelse quel luogo per costruire la Basilica Martyrum proprio perché lì erano state inumate le vittime cristiane delle persecuzioni e nelle vicinanze Ambrogio stesso ritrovò i corpi dei martiri Gervasio e Protaso.