A cinque anni dal fallito sgombero, nel 1994 si cerca di arrivare a un compromesso col Comune e di evitare ulteriori scontri con carabinieri e polizia. Palazzo Marino assegna una sede provvisoria al Leonka, un ex capannone in via Salomone alla periferia sudest della città, per sei mesi. Ad agosto però, a sorpresa, la polizia la sgombera. I militanti vanno quindi alla ricerca di una nuova sede, e la trovano in via Watteau nel quartiere di Greco. Ancora una volta di proprietà della famiglia Cabassi. L'ex cartiera, 4mila metri quadri di superficie, diventa una "cittadella della cultura" da una parte, ma anche del consumo di droghe leggere che vengono smerciate al suo interno. Nel dicembre del 1995 una perquisizione a sorpresa è responsabili di una serie di danneggiamenti a libri, quadri e alle strutture del rinato centro sociale
CronacaMilano e il Leoncavallo, mezzo secolo di cultura e battaglie