Arnaldo Liguori
Arnaldo Liguori
Cronaca

La Gintoneria di Lacerenza e Stefania Nobile e il lato oscuro di Milano: il caso dall’inizio, tra coca, escort “minorenni” e conti all’estero

L’inchiesta, punto per punto, che ha portato all’arresto dello “sciabolatore” con la Ferrari e della figlia di Wanna Marchi. Nel locale esclusivo un regno del peccato dove imprenditori e influencer spendevano anche diecimila euro a notte

La Gintoneria di Lacerenza e Stefania Nobile e il lato oscuro di Milano: il caso dall’inizio, tra coca, escort “minorenni” e conti all’estero

Milano – La “Gintoneria”, il locale esclusivo che Davide Lacerenza aveva messo in piedi insieme a Stefania Nobile, era il tempio della Milano che ostenta, ma che non ama mischiarsi, che si rinchiude tra velluti e bottiglie di champagne da migliaia di euro. “Niente poveri” era il motto del locale che ogni sera si riempiva di imprenditori, influencer, giovani donne e figure di dubbia fama. Dietro quel lusso sfrenato, le indagini della Procura ipotizzano un meccanismo che per anni avrebbe permesso ai due di fare montagne di soldi sporchi: notti sfrenate punteggiate di cocaina e chetamina, un circuito di escort al servizio dei clienti migliori, un riciclaggio di denaro spostato poi su conti esteri.

All’alba del 3 marzo, Lacerenza e Nobile sono stati arrestati per autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre a detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Lei, che oggi ha sessant’anni, non è nuova alle cronache giudiziarie: figlia della celebre “teleimbonitrice” Wanna Marchi, è stata condannata in passato per truffa e bancarotta fraudolenta. Ma come hanno costruito questo giro di affari? Perché lei sospettava che la polizia la stesse per arrestare? Dove sono i soldi? E qual è la storia dell’arroganza diventata quasi leggendaria di Lacerenza? Rivediamo la vicenda, punto per punto. 

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