
La rapina di via Osoppo
Sono gli anni del boom economico, del benessere post-bellico e dello sviluppo tecnologico. La modernità passa soprattutto da alcuni oggetti, su tutti l’auto che il 27 febbraio 1958 è tra le protagoniste di una rapina rocambolesca e quasi spettacolare. Sette uomini vestiti con tute blu da operai fanno il colpo in via Osoppo, a due passi da piazzale Brescia: la banda blocca la via a un furgone portavalori della banca Popolare dove a bordo si trovano l’autista, il commesso e un poliziotto armato di mitra. Un’auto taglia la strada al furgone e una seconda lo affianca, bloccandolo. Un membro della banda prende il mitra dalle mani del poliziotto, tramortito e ferito, mentre gli altri svaligiano il furgone, dandosi alla fuga su una Giulietta. Un colpo da 114 milioni di lire.
A capo della banda Ugo Ciappina, ex partigiano e ladro da tempo, che per organizzare la rapina aveva unito i membri di due diverse bande. Insieme a loro, viene fermato grazie alle indagini del reparto mobile: i banditi si lasciano tradire proprio dalle tute blu, gettate nel fiume Olona dopo il colpo. Il fiume infatti doveva essere svuotato a breve e questo riportò a galla un’etichetta di una tuta: risaliti al proprietario, gli inquirenti lo interrogarono e arrivarono ai nomi dei membri della banda.