VALERIA GIACOMELLO, ANDREA GIANNI, FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Lo storico sciopero di Amazon: i driver bloccano l’e-commerce per un giorno

Consegne slittate e lavoratori in presidio. I sindacati: qui adesione oltre il 90%, ora il colosso deve dialogare

Presidio dei lavoratori Amazon

Presidio dei lavoratori Amazon

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Milano - "Siamo spiacenti di informarti che la spedizione potrebbe subire un ritardo di 1-2 giorni lavorativi, mantenere le promesse che facciamo ai nostri clienti è per noi motivo d’orgoglio e siamo dispiaciuti che in questo caso potrebbe non essere possibile". Un messaggio ricevuto da clienti di Amazon che ieri attendevano la consegna di un pacco. Lo storico sciopero di driver e magazzinieri ha bloccato per un giorno il colosso dell’e-commerce, fra spedizioni slittate, centri logistici bloccati e lavoratori in presidio.

Secondo i dati dei sindacati l’adesione allo sciopero di tutti i lavoratori della filiera Amazon ha toccato il 90% in Lombardia, record rispetto alla media nazionale del 75%, In via Toffetti, polo milanese, si sono radunate un centinaio di persone con bandiere e striscioni, bloccando tir e furgoni ai cancelli. "Vogliamo aprire con Amazon una discussione sul tema dei carichi di lavoro", ha spiegato a Milano Stefano Malorgio, segretario generale nazionale della Filt-Cgil. In presidio anche i vertici regionali Luca Stanzione (Filt-Cgil), Giovanni Abimelech (Fit-Cisl) e Antonio Albrizio (Uil Trasporti).

Altri 150 lavoratori hanno manifestato davanti ai cancelli di Amazon in via dell’Artigiano a Buccinasco. Hanno incrociato le braccia dall’alba fino al tardo pomeriggio, chiedendo "garanzie, rispetto e dignità", hanno detto in coro i driver che lavorano per aziende pagate da Amazon per le consegne. Al centro della contestazione, la clausola sociale chiesta a gran voce dai dipendenti: una garanzia per conservare il posto di lavoro in caso di cambi d’appalto. "Chiediamo condizioni più dignitose – aggiunge Lorenza Ciurlia –. Lo dico come rappresentante Cgil e come donna: lavorare in emergenza Covid non è semplice, soprattutto con la zona rossa. Anche solo per andare in bagno, ora che i locali sono chiusi, dobbiamo fermarci velocemente, per non perdere tempo per le consegne, in strade di campagna". Contestata anche la mole di lavoro: da 90 fermate per le consegne, fino a 170 nell’ultimo anno. 

Anche a Mezzate i lavoratori hanno protestato. "Hanno paura di ritorsioni - spiega Attilio Naddei, sindacalista Cisl – perché c’è un altissimo livello di precarizzazione". Marco Antonio Lorè, ex dipendente, racconta la sua esperienza: "Avrei dovuto lavorare da contratto per 27 ore alla settimana ma, spesso, ne lavoravo oltre 50. I soldi in più finivano tutti in trattenute quindi non avevo neanche un beneficio economico". Ludovico Piantanida è un driver di Amazon dal 2016. "Sono a contratto indeterminato da pochi mesi – racconta – dopo cinque anni di precariato. Il mio appalto però dura 3 anni, dopo dei quali non ho alcuna garanzia. Se perdo il posto di lavoro a 50 anni, cosa farò?". Il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini, ha invitato a "un’alleanza tra lavoratori e consumatori". Amazon ha risposto alla protesta con una lettera della country manager Mariangela Marseglia rivolta ai clienti: "L’impegno verso i nostri dipendenti e verso quelli dei fornitori di servizi è la nostra priorità assoluta".