Sciopero dei mezzi venerdì 8 novembre. Perché sarà diverso da tutti gli altri

Stop al trasporto pubblico. I sindacati annunciano l’iniziativa per chiedere il rinnovo del contratto collettivo ma anche per “aprire una riflessione” su un sistema di mobilità collettiva a rischio “sparizione”

Milano, 28 ottobre 2024 – Venerdì 8 novembre. Segnatevi questa data. Se siete pendolari che utilizzano regolarmente i mezzi pubblici a Milano o nell’hinterland potreste andare incontro a una giornata complicata. Si annuncia, infatti, uno sciopero del trasporto pubblico in versione “rinforzata” rispetto alle ultime iniziative.

Corsa a prendere l'ultimo metrò (Archivio)
Corsa a prendere l'ultimo metrò (Archivio)

L’agitazione 

Secondo quanto viene confermato sulla pagina dedicata del portale del ministero di Trasporti e Infrastrutture per venerdì 8 novembre è in programma uno sciopero del trasporto pubblico locale della durata di 24 ore. A proclamarlo è un grandissimo numero di sigle sindacali, sia i tre confederali – Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil – ai quali si aggiungono anche Faisa-Cisal e Ugl-Fna, sia gli autonomi (Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas).

A rendere potenzialmente molto rischioso il quadro è una precisazione aggiunta nella note, sempre secondo quanto riporta il sito. Lo stop ai mezzi, infatti, a meno di marce indietro, sarà “senza fasce di garanzia”.

Niente metrò e bus in circolazione, quindi, negli orari “assicurati” che ormai abbiamo imparato a conoscere, ovvero prima delle 8.45 e fra le 15 e le 18. 

La nota

I motivi di una tale radicalità nella protesta sono spiegati in una nota diffusa dal sindacato Filt Cgil, in cui, appunto, si annuncia che “lo sciopero, a differenza delle volte passate, non prevederà la garanzia del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori".

Questa scelta, che la legge sullo sciopero prevede possa essere usata una sola volta nel corso della vertenza nazionale, si legge ancora nel comunicato, “rende ancora più chiara la drammatica emergenza che vive il settore. Non si tratta di uno sciopero che chiede soltanto il rinnovo del contratto nazionale, scaduto dal 31 dicembre 2023, ma vuole provare ad aprire nel Paese una riflessione su un sistema di mobilità collettiva che - denunciano - rischia gradualmente di sparire ormai non più solo nelle zone a bassa domanda ma anche nei medi centri urbani e nelle grandi città”.

Per i sindacati sta andando – irrimediabilmente? – in crisi il modello di trasporto pubblico così come lo conosciamo. “Assenza di risorse adeguate e mancanza di politiche di programmazione – sono ancora le parole di Filt-Cgil – producono un modello di mobilità sempre più incapace di intercettare le necessità della cittadinanza. La carenza oramai strutturale di personale operativo, che si traduce in tagli del servizio, comporta il peggioramento delle condizioni lavorative e un aumento esponenziale degli episodi di aggressione per i lavoratori e le lavoratrici front line".

L’iniziativa

I sindacati puntano a dimostrare la presa delle loro istanze in maniera plastica, con una grande manifestazione organizzata a Roma (città che oggi sta pagando un prezzo alto a un’iniziativa di agitazione sindacale), proprio in occasione di venerdì 8 novembre. L’evento, dicono da Filt Cgil, dovrebbe essere funzionale anche all’obiettivo “di costruire alleanze su una vertenza che guarda alla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici ma anche alla qualità della vita di tutti i cittadini e le cittadine”. I quali, però, almeno contestualmente alle iniziative dell’8 novembre, potrebbero subire i disagi provocati dalla legittima protesta dei dipendenti del trasporto pubblico

Quel giorno i lavoratori si ritroveranno in presidio davanti alla sede del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, istituzione finita nell’occhio del ciclone, fra l’estate e l’inizio dell’autunno, per una serie di stop nei servizi di trasporto pubblico, in queste occasioni dovuti però a guasti e inconvenienti tecnici. 

Ancora non si sa se verranno organizzate iniziative di protesta in altre città, a partire da Milano.