REDAZIONE MILANO

Scomparso il giurista letterato in odore di “eresia“

Nel 1970 per il suo testo “Gli osservanti“ venne accusato di "eterodossia" e fu cacciato dalla Cattolica

Si è spento ieri a 92 anni Franco

Cordero, giurista e scrittore italiano. Lo ha comunicato il suo editore, La nave di Teseo, che nei prossimi giorni ha in uscita un romanzo dello stesso Cordero dal titolo "La tredicesima cattedra". Franco Cordero, professore emerito di procedura penale presso l’Università "La Sapienza" di Roma, è stato tra i più insigni giuristi italiani del secondo Novecento: il suo manuale di “Procedura penale” (pubblicato per la prima volta da Giuffrè nel 1966, poi riscritto ex novo sul codice del 1988), è arrivato nel 2006 alla diciassettesima edizione. La sua ampia produzione include anche romanzi, saggi e pamphlet.

Nato a Cuneo il 6 agosto 1928,

Cordero vince il concorso per la cattedra di procedura penale alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Trieste (1960). È poi chiamato dall’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove gli viene affidato anche l’incarico di insegnamento della filosofia del diritto (1960-1974). E proprio mentre insegna all’ateneo fondato da padre Agostino Gemelli, il giurista è protagonista, suo malgrado, del clamoroso “caso Cordero”. Per l’insegnamento della filosofia del diritto scrive il libro di testo “Gli osservanti” (Giuffrè, 1967), un’analisi di come nascono i sistemi penali, rispettoso della sensibilità religiosa ma anche fedele alle verità storiche.

Nel 1970 il testo vene accusato di "eterodossia" dal teologo monsignor Carlo Colombo: così la Cattolica decide di escluderlo dall’insegnamento. Profondamente amareggiato, Cordero riepiloga la vicenda in un pamphlet, “Risposta a monsignore”, e al tempo stesso si rivolge anche alla giustizia amministrativa, la quale a sua volta investe la Corte Costituzionale di una questione di legittimità. Con la sentenza 195 del 1972 la Consulta si pronuncerà per la non fondatezza della questione di legittimità.

In seguito all’esclusione dall’insegnamento dalla Cattolica per motivi ideologici, Cordero è chiamato alla cattedra di procedura penale prima all’Università di Torino e nel 1977 dell’Università "La Sapienza" di Roma.

Cordero interrompe un lungo silenzio pubblico nel 2002 iniziando a collaborare con editoriali e commenti su ‘’La Repubblica’’. Con un peculiare talento stilistico da pamphlet Cordero prende di mira i vari provvedimenti in materia di giustizia varati dal governo Berlusconi e dalla maggioranza di centrodestra. Raccoglie questi suoi scritti nel libro ‘’Le strane regole del signor B.’’ (Garzanti), con cui nel 2003, vince la 68esima edizione del Premio Bagutta.

Proprio in uno dei suoi editoriali, per la prima volta nel 2002, Cordero paragonò Silvio Berlusconi a "un caimano" fornendo poi l’ispirazione al regista Nanni Moretti per il film “Il Caimano” (2006).