Milano – Da una parte della barricata gli alleati di Forza Italia si sfidano nell’apologia. Dall’altra, la prospettiva di decollare e atterrare dal "Silvio Berlusconi di Milano Malpensa" fa girare, sui social, anche il paragone coi nomi di altri aeroporti italiani: "Vespucci, Cristoforo Colombo, Marconi, Falcone e Borsellino, Galileo, Marco Polo, Catullo", elenca su X l’europarlamentare dem Pierfrancesco Maran. A Milano il Pd lancia pure una raccolta di nomi alternativi cui dedicare l’aeroporto di Malpensa, vissuto senza nome e cognome ufficiali per 76 anni senza contare la fase prebellica fino all’annuncio sganciato venerdì dal vicepremier Matteo Salvini nella remota cornice della masseria salentina di Bruno Vespa: "Il cda dell’Enac ha dato il via libera alla richiesta di Regione Lombardia", ha detto assicurando la propria firma di ministro dei Trasporti, ultimo passaggio per intitolare lo scalo della brughiera all’ex quattro volte premier Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno dell’anno scorso.
Più o meno dal minuto successivo, amici e alleati hanno iniziato a premere sul sindaco Beppe Sala perché gli fosse intitolato immediatamente qualcosa a Milano (l’ex primo cittadino Gabriele Albertini lanciò Linate, in barba al titolare Enrico Forlanini inventore dell’aliscafo), ma lui ha resistito rifiutando di derogare alla regola dei dieci anni che devono trascorrere dalla morte.
Il blitz del leader della Lega in crisi di consensi nel centrodestra a trazione FdI (alle europee è stata superata anche da Forza Italia) ha spaccato, come prevedibile, opinione pubblica e arco costituzionale. "Una scelta inopportuna e sbagliata. Malpensa è il secondo aeroporto per passeggeri in Italia, porta di accesso a Milano, alla Lombardia e all’intero Paese e merita di rappresentare una memoria e valori condivisi", rimarcano i dem milanesi lanciando un form per raccogliere "nomi di donne e uomini, figure non divisive" da proporre in alternativa. Tipo Luca Attanasio, "lo straordinario ambasciatore ucciso in Congo in circostanze ancora da chiarire" nel febbraio 2021, inizia Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd al Pirellone. Luca Costamagna, consigliere comunale dem a Milano, invita "Salvini e la Regione a dare piuttosto risposte sui fondi al trasporto pubblico locale che interessano la vita quotidiana dei cittadini".
Paolo Berlusconi , fratello dell’interessato, liquida le proteste con citazione dantesca: "“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Silvio è nella storia e nessuno riuscirà mai a sminuirlo. Sono felice di questo riconoscimento che Regione Lombardia e Salvini hanno voluto". Ancora più composto l’entusiasmo della figlia Barbara: "Giudico con favore ogni modo per onorare la memoria di mio padre". Meno composto il coro che si leva da Forza Italia: "Un omaggio allo statista, all’imprenditore, all’uomo straordinario" che "ha fatto la storia del Paese e della città", festeggia la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli; "grazie al suo genio visionario ha inciso sulla realtà politica italiana e sull’assetto geopolitico internazionale", allunga l’assessore regionale al Territorio Gianluca Comazzi. Per Luca Bernardo, capogruppo azzurro a Palazzo Marino, "quella verso Berlusconi da parte del Pd più che un’avversione sembra ossessione". Chiosa nel suo stile Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI: "Berlusconi è un autentico gigante, la sua grandezza è nella storia italiana; la sgradevolezza di questi nanetti è la miseria di una cronaca che sarà presto dimenticata insieme ai detrattori".