Cinisello Balsamo (Milano) – Condannato a 5 anni e 1 mese di reclusione per falso e ricettazione di documenti, assolto dall’accusa di essere stato il “regista“ e il “direttore“ di un’associazione per delinquere finalizzata a una truffa milionaria sui fondi Covid che avrebbe visto tra le vittime anche l’ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti. Però gli atti del processo tornano alla Procura per verificare l’eventuale reato di riciclaggio. È la sentenza decisa ieri dal collegio di giudici del Tribunale di Monza presieduto da Carlo Ottone De Marchi nei confronti di Paolo Vincenzo Malvini, 57enne, scovato nel marzo 2022 nel suo nascondiglio in una specie di sauna-bunker a Cinisello Balsamo. Per la presunta truffa la pubblica accusa ha convocato in aula gli altri presunti complici già giudicati per venire sentiti in aula, ma tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, rendendo di fatto impossibile raggiungere l’eventuale prova del reato.
Malvini risultava al centro di un’inchiesta della guardia di finanza di Asti che nel 2022 ha portato a 10 arresti. Lui risultava latitante ma un mese dopo si è scoperto che era rimasto a Cinisello, città di cui è originario, e viveva in un seminterrato, a cui si poteva accedere da una sauna attraverso un meccanismo nascosto e azionabile soltanto dall’interno. È in quel piccolo bunker non più grande di 10 metri quadrati che l’uomo avrebbe allestito anche una sorta di laboratorio per la ricettazione di documenti. E secondo l’accusa, proprio attraverso un meccanismo sofisticato fatto di documenti falsi, persone inesistenti, società create ad hoc e bilanci gonfiati, la banda avrebbe ottenuto prestiti e finanziamenti come fondo di garanzia Covid. Tra le parti offese anche Irene Pivetti, che avrebbe pagato attraverso la sua società 20 milioni di euro sull’acquisto di una grossa partita di mascherine. Ma nessuno si è costituito parte civile.
L’operazione avrebbe messo in luce truffe a ogni livello, dalla richiesta di prestiti al riciclaggio di denaro all’estero, fino all’acquisto di una cucina da 51mila euro mai pagata. I guadagni, secondo l’accusa, erano abbastanza sostanziosi, permettendo agli imputati una vita agiata e qualche sfizio. A uno di loro i finanzieri hanno sequestrato una barca Boston Wahler modello 370 Outrage e tre motori per un valore complessivo stimato in 245mila euro ormeggiata nel porto di Olbia. Dal canto suo Malvini, difeso dall’avvocato Stefano Gerunda, ha ammesso solo di essere stato un falsario di documenti senza alcun legame con gli altri. Per lui la Procura aveva chiesto la condanna a 5 anni di reclusione.