di Andrea Gianni
Renato Curcio, il sociologo fondatore delle Brigate Rosse, libero dagli anni ’90 dopo 25 anni trascorsi fra carcere e semilibertà, ormai ottantenne gira l’Italia per presentare i suoi libri, ogni volta con uno strascico di polemiche. Lo scorso ottobre l’ultima tappa a Milano, nel circolo anarchico Ponte della Ghisolfa in viale Monza, di cui faceva parte il ferroviere Giuseppe Pinelli, per un dibattito attorno al suo “Identità cibernetiche“. In uno spazio di proprietà comunale. Due anni prima stesse polemiche per la presenza dell’ex brigatista Barbara Balzerani alla Comasina, nei locali del Comune gestiti dalla cooperativa sociale onlus Volontari senza frontiere, per presentare il suo libro dal titolo “L’ho sempre saputo“. Un passato che, periodicamente, torna a galla.
Ex terroristi che hanno scontato la pena ricompaiono in incontri pubblici, mentre di altri si sono perse totalmente le tracce. Protagonisti degli Anni di piombo hanno cambiato vita e si sono dissociati dall’estremismo di allora. Alcunilavorano nel sociale, in tanti hanno scritto libri. Altri ancora hanno scelto il rifugio all’estero, senza mai scontare un giorno di carcere. Pochi, irriducibili, sono ancora detenuti. E per alcuni la vita è arrivata al capolinea. Piero Bertolazzi il “Nero“ è morto lo scorso dicembre, senza aver mai rinnegato la militanza nel primo nucleo delle Brigate Rosse che gli è costata una condanna a 14 anni e mezzo di carcere. Un anno prima era morto Piero Bassi, l’amico di una vita, soprannominato il “Biondo“. E lo scorso 28 gennaio si è spento nel Varesotto, all’età di 74 anni, Corrado Alunni. Operaio della Sit Siemens di Milano, all’inizio degli anni ’70 reclutava nuovi militanti delle Br per conto di Curcio. La sua storia (si dissociò nel 1987) si intreccia anche alle vicende di un boss della mala milanese come Renato Vallanzasca, con cui tentò l’evasione da San Vittore. Nel 1997, assieme ad altri 62 ex terroristi delle Brigate rosse, di Prima Linea e di altri gruppi armati, ha firmato la “Storia infinita”, il documento in cui si chiedeva di mettere fine agli Anni di piombo. "Era un operaio – lo ha ricordato dopo la morte il suo legale, l’avvocato Davide Steccanella – e come molti altri della sua generazione fece quella scelta che pagò con anni di carcere".
Durante gli Anni di piombo furono circa seimila le persone arrestate perché accusate di essere coinvolte, a vario titolo, in attività terroristiche. Ora, a mezzo secolo di distanza, ne restano in carcere una ventina, i cosiddetti irriducibili. Detenuti ormai quasi tutti ultrasettantenni. Anche per questo, negli anni si sono succeduti appelli per la loro liberazione. Mario Moretti, anima delle Br, principale ideatore e organizzatore del sequestro di Aldo Moro, dal 1997 ha ottenuto il regime di semilibertà e di giorno presta servizio in un centro di recupero per ex detenuti. L’ex militante di Autonomia Operaia Nadia Mantovani, compagna di Curcio dopo la morte di Margherita Cagol, ha terminato invece di scontare la sua pena nel 1996 e ha fondato l’associazione “Verso casa“. Si occupa, anche lei, del reinserimento lavorativo dei detenuti.
Poi ci sono i latitanti, una trentina, fuggiti all’estero per evitare la cattura. Il loro numero si è sfoltito dopo l’arresto in Bolivia il 12 gennaio 2019 e la successiva estradizione in Italia del pluoriomicida e membro dei Proletari Armati per il Comunismo Cesare Battisti - ora in carcere a Ferrara, dove sta scontando la pena dell’ergastolo - e il più recente blitz in Francia. Tra i dieci ex terroristi richiesti dall’Italia e finiti nel mirino della polizia francese il 28 aprile dell’anno scorso, sette - tutti con condanne pesanti, anche diversi ergastoli - sono stati arrestati subito nelle loro case: Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, delle Brigate Rosse; Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Il giorno dopo si sono costituiti Luigi Bergamin, tra gli ideologi dei Pac, e Raffaele Ventura, delle Formazioni comuniste combattenti. Infine è stato arrestato a Parigi Maurizio Di Marzio. Il procedimento per la loro estradizione è ancora in corso.