Le scuole sono i luoghi dell’insegnamento e dell’apprendimento e per questo hanno un ruolo fondamentale anche nella promozione della salute. Ciascun bambino ha diritto all’educazione, alla salute e alla sicurezza ed è proprio a queste ultime due prerogative che si appella la mamma di una bambina di otto anni che frequenta la terza elementare dell’Istituto Sottocorno di Milano, scrivendo alla redazione de Il Giorno, che ha visto negare alla figlia la possibilità di occuparsi della propria igiene dentale. "Mia figlia ha recentemente messo l’apparecchio per i denti, si tratta di un espansore palatale fisso, e l’odontoiatra si è raccomandato di lavare i denti anche dopo il pranzo consumato a scuola, perché con l’espansore il cibo rimane incastrato e può dare origine a pericolose gengiviti oltre che a carie", ha raccontato, ed è proprio qui che inizia il disagio per la bambina.
La scuola infatti, dopo la precisa richiesta via mail indirizzata alla dirigente scolastica Mariarosaria Albano, ha vietato all’alunna di lavarsi i denti, impedendole una pratica che a quell’età in teoria dovrebbe essere già entrata a far parte delle abitudini quotidiane da effettuare in autonomia. "Allora abbiamo presentato il certificato scritto dallo specialista odontoiatra che attesta la necessità di lavare i denti dopo pranzo", ma anche in questo caso la scuola ha opposto un netto rifiuto. Il dialogo tra la mamma e la preside è iniziato a ottobre e non è mai andato oltre il semplice scambio di messaggi: "La dirigente ci ha scritto che la motivazione del divieto è da ricondursi alle direttive del decreto legislativo 81/2008 o Testo unico salute e sicurezza e che a tal proposito “non vi è purtroppo proporzione tra il personale a disposizione per la vigilanza e la cura dell’igiene dei locali scolastici e il numero dei bambini a cui avrei dovere di garantire accesso a locali opportunamente igienizzati e/o al lavaggio dei denti”".
La famiglia della bambina però non si è data per vinta, offrendo di presentare una dichiarazione scritta di scarico di responsabilità, a cui la dirigente ha replicato proponendo come soluzione che un membro della famiglia o un delegato a orario di pranzo si mettesse a disposizione per affiancare la bambina nella messa in atto della prescrizione del medico. Alternativa impraticabile dato che entrambi i genitori sono lavoratori a tempo pieno. E si chiedono: “È giusto che in una scuola di Milano un dirigente scolastico possa arrogarsi il diritto di vietare una pratica di elementare igiene e di fatto negare il diritto alla salute dei nostri figli, diritto, tra l’altro, protetto dalla nostra Costituzione?".
La dirigente dal canto suo lascia simbolicamente le porte della scuola aperte alla famiglia, in attesa di un confronto dal vivo che sia davvero risolutore.
Quello dell’istituto milanese non è però un caso isolato: già nel 2012 alcune mamme a Bologna, sempre nel contesto di una scuola elementare, si erano rivolte all’Associazione medci dentisti e alla Asl di Bologna alla ricerca di maggiori informazioni, salvo poi sentirsi dire che la pratica è rimessa alla piena discrezionalità delle scuole. “In quel caso la scuola, a fronte del certificato medico, ha dato la possibilità di lavare i denti, cosa che a noi è stata vietata dalla preside”, sottolinea la madre della bambina.