MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Scuola, mancano i docenti: uscita anticipata per 6 classi. “Disagio per oltre cento bimbi e noi viviamo alla giornata”

Rasori, orario ridotto lunedì e martedì dopo che alcuni maestri sono passati di ruolo altrove. La rabbia dei genitori: “A quasi un mese dall’inizio delle lezioni siamo ancora nel caos”

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Milano, alcune mamme all’uscita da scuola alle 14.30

«Tra le maestre che lavoravano con contratto annuale c’era la docente di matematica della classe di mio figlio, in quarta, alla quale i bambini erano affezionati. Adesso andrà altrove. Ma perché fare tutto questo a scuola iniziata? Per i bambini è un trauma», riflette Viola Zanuso. «Non stiamo parlando di aziende, siamo in una primaria – continua Chiarelli –, per non parlare del fatto che il programma didattico non è ancora partito».

I genitori sottolineano le difficoltà che comporta l’uscita anticipata per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e non hanno aiuti esterni. Senza contare che «c’è chi ha più di un figlio. E non si riesce a stare dietro alle uscite differenziate. Tra l’altro, alcune classi che hanno finito alle 14.30 devono tornare alle 16.30, oggi (ieri per chi legge, ndr) per il corso di nuoto», aggiunge Chiarelli. Ancora: Ilaria Mancini, mamma di due bimbe in prima e in quarta, sottolinea che «mancano pure i docenti di sostegno. Gli alunni disabili sono ancora più penalizzati».

Il sindacato Flc-Cgil Lombardia aveva già tuonato il giorno prima: «Soltanto 4.477 immissioni in ruolo per i docenti sono andate a buon fine, su un contingente di 6.076 posti messi a disposizione per la prima fase di nomina. Vuol dire che solo il 76% dei posti sono stabilizzati, di questi ben 2.003 da Graduatorie provinciali per le supplenze di prima fascia (quindi con contratto a tempo determinato) e 980 da call veloce. Questo vuol dire che in Lombardia i tanto sbandierati concorsi ad oggi hanno un impatto bassissimo, del 33%. Ma al di là dei dati, quello che non va bene è il clima di incertezza e di disagio che regna nelle scuole. Fatichiamo a dire che “va tutto bene”. La Scuola merita maggior rispetto».