
Una scuola
Milano, 25 marzo 2017 - Scuola Giusti D’Assisi “sold-out”: 27 famiglie ancora in cerca di un’alternativa o «dirottate» da una parte all’altra della città. L’odissea ha inizio con le domande di iscrizione alla primaria. Le 27 famiglie della zona Paolo Sarpi indicano come prima scelta la scuola di via Giusti: i loro bimbi sono iscritti – per ragioni logistiche, lavorative o familiari – alla materna Santissima Trinità, nello stesso isolato. Otto di loro hanno altri figli che frequentano la scuola dell'infanzia di riferimento di Santissima Trinità e avere un fratello o una sorella costituisce, per questa scuola, un criterio di accoglienza delle domande «fuori bacino». Boom di iscrizioni, non si riesce ad attivare una classe in più e a consentire il ricongiungimento familiare. Le domande vengono ri-smistate. Nei moduli era stato chiesto di indicare anche una seconda o terza scelta, peccato che anche queste risultino off-limits. «Hanno respinto le domande – spiegano i genitori - pur essendo quelle territorialmente di riferimento. La gran parte di noi è stata esclusa dalle scuole di bacino di via Moscati e di via Mantegna, entrambe appartenenti all’istituto comprensivo di via Linneo che ci ha comunicato di aver esaurito i posti a disposizione per l’anno scolastico, accettando tutte le domande di iscrizione di ‘prima scelta’ anche fuori bacino, e di non aver previsto di riservare dei posti a quei bambini di bacino non accettati dalle altre scuole».
Alcuni posti sono stati destinati anche agli «anticipatari». A quel punto le famiglie sono costrette a correre ai ripari: alcune mamme, armate di bicicletta, hanno girato per i quartieri e bussato alle scuole più vicine, scambiandosi informazioni: «Qui ci sono ancora quattro posti, correte». C’è chi ha trovato accoglienza alla scuola primaria Dal Verme, alla Ruffini – zona Santa Maria delle Grazie – e alla Rasori. Tre, quattro chilometri di distanza, che però complicano la routine: levatacce, corse, non si possono accompagnare i bimbi a piedi; tate e genitori, al suonare della campanella, dovrebbero trovarsi a due cancelli diversi. Molti non hanno ancora trovato una soluzione, ma il tempo è tiranno e la scuola un «obbligo», oltre che un diritto. Così hanno scritto al Miur, al Provveditorato e ai Municipi: « Da settembre dovremo recarci lontano da casa anche chilometri per portare i nostri figli a scuola. Quelli di noi con più figli avranno l’ulteriore aggravante di dover gestire l’accompagnamento e il ritiro da scuola nei medesimi orari di figli iscritti in scuole e quartieri diversi di Milano. E questo per molti di noi non è compatibile con gli orari di lavoro. Chiediamo un intervento per risolvere questa situazione di grave disagio per molte famiglie».