SIMONA BALLATORE
Cronaca

Lambrate, una scuola per mamma e papà

Lezioni su amore e smartphone al centro psicopedagogico Bracco

Il progetto nato lo scorso anno coinvolge 1.600 ragazzi

Milano, 22 febbraio 2018 - Una scuola per i genitori. Così il Centro Psicopedagogico Bracco, nato lo scorso anno in quel di Lambrate, aggiunge un nuovo tassello. Sono sette le scuole in rete, due asili, quattro elementari e una media di zona 3; 1.600 i ragazzi coinvolti; 50 gli alunni seguiti individualmente con attività clinico-diagnostica. C’è uno sportello per gli insegnanti e uno per i genitori. Che sempre più spesso bussano, chiedendo aiuto. Così, per loro, è stata studiata una «scuola» ad hoc, un ciclo di lezioni gratuite tenute dallo psicoterapeuta Alberto Pellai.

«Dopo aver aperto i centri di Ceriano Laghetto e di Cesano Maderno 20 anni fa, lo scorso anno in occasione del 90esimo del Gruppo, abbiamo deciso di rafforzare l’impegno per le nuove generazioni e per il territorio – spiega Raffaella Lorenzut, responsabile HR Bracco e del progetto Cpp –. Il centro psicopedagogico di Milano è nato con lo scopo di migliorare la qualità della vita dei bambini, prevenendo il disagio infantile e adolescenziale, lavorando in una logica di rete. Pubblico e privato, insieme, possono dare risposte». Il Gruppo Bracco collabora con Comune di Milano e l’Unità Operativa di Neuropsichiatria per l’Infanzia e l’Adolescenza di via Pusiano. Ci si è focalizzati nell’area di Lambrate, dove sorge il quartier generale. «Il servizio è gratuito e inserito, non a caso, in una scuola – continua Lorenzut –. Abbiamo voluto dare da subito un supporto alle famiglie e agli insegnanti con psicologhe professioniste». Da quest’anno oltre alla consulenza ai genitori e all’attività clinico-diagnostica, è stata inserita la certificazione sulla dislessia, con le Ats di Milano e Monza e Brianza. «Per superare le liste di attesa del pubblico e anche i costi del privato, visto che una certificazione può costare sulle 600 euro – continua la responsabile –. Da noi non ci sono costi per le famiglie. C’è uno staff composto da psicologhe, medici, neuropsichiatri, logopediste». Si lavora con le scuole a progetti contro bullismo e cyberbullismo affrontati anche attraverso lo strumento dell’arte.

«Molti genitori  ci chiedono aiuto – sottolinea la psicologa Silvia Penati, che coordina il centro –, hanno difficoltà a gestire i ragazzi, a dare loro regole. C’è un tema: “Tutto troppo presto”, si tende a bruciare le tappe: ci chiedono consigli sull’uso del telefonino. Delegano ad altri, e alla scuola, l’educazione all’affettività e alla sessualità». Con il professore Alberto Pellai, medico psicoterapeuta, è nata l’idea della “Scuola per i genitori”: «Tutto troppo presto», il tema del primo ciclo di incontri itineranti, che si è aperto ieri sera al Bracco Auditorium con «Mamma e papà cos’è l’amore? L’educazione emotiva e sessuale dei bambini 2.0». Seconda lezione su “Lo smartphone è un’opportunità o un rischio per i nostri figli?”. Si chiuderà il programma con una lezione sull’“Autostima: come allenare i figli alla vita”.