BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Perché la scuola di Pioltello ha confermato la chiusura per Ramadan e come ha reagito il ministro Valditara

La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio d’istituto dopo una settimana di polemiche e interventi politici sulle irregolarità della precedente delibera

“La scuola resterà chiusa per la fine del Ramadan”. L’istituto Iqbal Masih di Pioltello non cede a pressioni e polemiche e conferma all’unanimità la decisione di "lasciare festeggiare ai ragazzi la ricorrenza con le loro famiglie". Per il ministro Giuseppe Valditara però "le irregolarità c’erano" e sulla decisione "l’ufficio scolastico regionale fara le valutazioni del caso", come a dire: la partita potrebbe non essere finita.

Lunedì sera, in una città insolitamente blindata per l’occasione, il Consiglio d’istituto ha deliberato di nuovo, unitariamente come 10 mesi fa, su proposta del Collegio docenti. Riunioni straordinarie convocate dal preside Alessandro Fanfoni, che dribbla l’assedio di microfoni e telecamere dopo le minacce ricevute nei giorni scorsi. Carabinieri in borghese e in divisa hanno protetto gli incontri che hanno confermato la linea dell’istituto dove il 43% dei 1.200 iscritti è straniero. Immagini che raccontano "quanto tutto sia andato oltre le nostre intenzioni", ribadisce qualche insegnante.

Dirigente, professori, famiglie e personale hanno sanato le irregolarità evidenziate dall’ex provveditorato riportando a tre i giorni del calendario scolastico di cui disporre in autonomia, come prescrive la Regione. A sostenerli ai cancelli, un presidio della Cgil e della Camera del lavoro. "Un ritrovo a tutela di questa scuola e di tutti coloro che vi vivono e lavorano. Lo hanno fatto anche in questa settimana così difficile". Il timore della vigilia era quello di qualche incursione non autorizzata e carica di tensioni.

"Siamo qua – così Jessica Merli, segretaria generale della Flc Cgil di Milano – per dimostrare ancora una volta solidarietà all’istituto. Per quanto è accaduto, e per tutto il lavoro che è stato fatto in queste giornate: gli insegnanti e tutto il personale hanno gestito con delicatezza il compito di far ‘metabolizzare’ ai bambini questo caos". Gli auspici? "Che la scelta non venga troppo condizionata dal ‘rumore’". E il voto che dall’interno dell’edificio rimbalza all’esterno quando ormai sta facendo buio accontenta chi sta fuori.

In una libreria del centro di Milano, a una manciata di chilometri da qui, in contemporanea ai lavori degli organi scolastici, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si augurava che l’Iqbal Masih scegliesse "di non chiudere. Perché l’inclusione si fa investendo sulla didattica e non con lo stop alle lezioni". Ma non è andata così.

"Apprendiamo che il consiglio di istituto della scuola – la risposta ponderata giunta in serata dal titolare di Viale di Trastevere – ha provveduto a rettificare il calendario scolastico e a motivare il precedente provvedimento, accogliendo così l’invito dell’ufficio scolastico regionale. Nella nuova delibera si fa riferimento solo a supposte esigenze didattiche, senza valutazioni ulteriori. Il consiglio di istituto ha ridotto - da quattro a due - i giorni di chiusura previsti, sanando una evidente irregolarità puntualmente sollevata dagli organi ministeriali. Il 21 maggio sarà una giornata di confronto".

Poi, la precisazione: "Le polemiche di questi giorni si dimostrano, quindi, velleitarie e pretestuose. È stato opportuno il richiamo al rispetto delle regole". E un ulteriore passaggio, che lascia trasparire come forse la vicenda non sia chiusa: "Adesso sarà l’ufficio scolastico regionale a fare tutte le ulteriori valutazioni del caso – conclude il ministro –. Io continuo a credere che una vera e costruttiva inclusione necessiti di scuole aperte e non chiuse".