LUCA SALVI
Cronaca

Il Varalli sceglie i 5 giorni: alle superiori la settimana corta effettua il sorpasso

Scelta da 29 istituti su 57. E il “Parini” quadruplica le classi

Federica Lautizi, dirigente dell'istituto Varalli

Milano, 17 luglio 2016 - Giro di vite alle superiori. Probabilmente senza ritorno. Con la scelta dell’istituto tecnico e liceale Varalli di via Dini (zona Abbiategrasso) di introdurre la settimana corta, le scuole che fanno lezione cinque giorni su sette superano per la prima volta quelle che propongono la settimana tradizionale, dal lunedì al sabato. "Dall’anno prossimo avremo la settimana corta, una novità importante, perché permette non solo un notevole risparmio energetico, ma consente anche ai ragazzi di organizzarsi meglio nello studio e nel tempo libero", spiega la dirigente scolastica Federica Lautizi. Con il Varalli, le scuole superiori in classe dal lunedì al venerdì attualmente salgono a 29 su 57, più della metà.

Oltre al Varalli, da settembre, nell’anno 2015-2016, secondo i dati della Città Metropolitana, proprietaria degli edifici di licei, tecnici e professionali, sono andati a lezione cinque giorni su sette gli studenti dell’Agnesi, dell’Allende-Custodi, del Bertarelli-Ferraris-Pacinotti, del Besta, del Cardano, del Cattaneo, del Caterina da Siena, del Conservatorio, del Feltrinelli, del Galvani, del Gentileschi, del Giorgi, del Kandinsky, del Lagrange, del Marconi, del Marelli-Dudovich, del Marignoni, del Moreschi, del Natta, del Pareto, del Porta, del Severi-Correnti, dello Steiner, del Tenca, del Torricelli, del Verri, del Vespucci e, per la prima volta, una quarta ginnasio del liceo classico Parini. Qui, dall’anno prossimo, l’esperienza verrà quadruplicata. "Abbiamo avuto un boom di iscrizioni – ricorda il preside Giuseppe Soddu – e apriremo 13 prime classi, un record per la scuola. Tre o quattro avranno la settimana corta, come richiesto dalle famiglie. Più la quinta ginnasio dove proseguirà l’iniziativa partita a settembre. Più difficile allargarla al triennio successivo perché le ore di lezione aumentano".

Non sono mancati attriti in passato quando si è cercato di introdurre il cambiamento. Lo scorso autunno, al Severi-Correnti, gli studenti protestarono contro la svolta “breve’’. E lo Schiaparelli-Gramsci, finora, sembra l’unica scuola che ha fatto retromarcia. Motivi di risorse del personale. La Città Metropolitana – come prima di lei la Provincia – ha sempre invitato tutte le scuole superiori a scegliere l’opzione "settimana corta". Questioni di budget. "Si potrebbe risparmiare fino a 2 milioni di euro sul riscaldamento", il monito dell’ex consigliere delegato Patrizia Quartieri. Il primo milione è già in cascina.