MILANO In tre l'hanno preso, immobilizzato e violentato con un manico di scopa e poi uno spazzolino intriso di dentifricio per ferirlo e umiliarlo. Un'azione terribile e crudele quella portata a termine dentro il carcere Beccaria – secondo la Procura - da tre ragazzini, uno solo maggiorenne da appena tre giorni, ai danni di un compagno di cella sedicenne. Gesti di vera e propria "tortura", come prevede il reato contestato ai tre giovanissimi protagonisti.
Uno di loro, l'unico 18enne, nel frattempo finito in carcere a Pavia per altri motivi, è un trapper della banda di Simba La Rue, protagonista di scontri e violenze anche con gruppi rivali. Oggi sarà interrogato dal gip Guido Salvini che ha firmato le ordinanze di custodia nei confronti dei tre oltre che per l'accusa di tortura anche per quella di violenza sessuale di gruppo.
I fatti risalgono alla notte tra il sette e l'otto agosto scorso. Dandosi il cambio nella sorveglianza della porta della cella e nell’infliggere le sevizie alla vittima, sfruttando il cambio di turno del personale di polizia i tre carnefici secondo l'accusa lo immobilizzavano ancora nel sonno, gli tappavano la bocca e gli spegnevano una sigaretta su braccio e sul viso. Poi a turno lo violentavano con il manico rotto di una scopa. Non contenti, lo trascinavano in bagno e costringendolo a stare in piedi continuavano con uno spazzolino prima di spalmargli il corpo con crema e shampoo per poi prenderlo a calci e schiaffi. Un'azione bestiale e violenta di vera propria tortura, secondo l'accusa. Tale da provocare al ragazzino – scrive il gip Salvini nel suo provvedimento - "acute sofferenze fisiche e un verificabile trauma psichico, determinanti un trattamento inumano e degradante".
Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere il 18enne ivoriano arrestato ieri per tortura, violenza sessuale e lesioni perché, assieme a due minori, ha inflitto ad un 17enne, che era detenuto con i tre giovani nel carcere minorile Beccaria di Milano, «con crudeltà» gravi «e reiterate violenze» e un «trattamento inumano e degradante». Il fatto è accaduto all’interno dell’istituto di pena minorile il 7 agosto scorso, quando l’ivoriano, tra l’altro poi arrestato ancora ad ottobre in un’inchiesta sulla crew dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, era ancora detenuto al Beccaria e da pochi giorni era diventato maggiorenne.
Da qui l’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro nelle indagini della Squadra mobile, mentre sui due presunti complici minori procede il Tribunale per i minorenni. La sera del 7 agosto, si legge negli atti, «avvicendandosi nella sorveglianza della porta della cella e nell’inflizione delle sevizie», dopo aver sorpreso la vittima «nel sonno» durante il cambio turno del personale penitenziario, i tre avrebbero sottoposto il 17enne ad una serie di abusi sessuali, con morsi e anche una sigaretta spenta sul volto.
La vittima delle violenze ha messo a verbale che «quanto patito gli aveva fatto riaffiorare alla mente i maltrattamenti subiti durante il viaggio affrontato dalla Libia per raggiungere l’Italia». Il gip fa presente che il 18enne, Gnagne Lath, detto Nesco, arrivato in Italia quando aveva 12 anni, «è già stato condannato per i reati di rapina, tentata estorsione e minaccia» e fa parte «con il ruolo di gregario violento, della banda di trapper». E ha dimostrato «una elevata crudeltà nell’usare violenza e nel procurare atroci sofferenze». Il giovane ha detto solo che lavora nel campo degli eventi musicali e della sicurezza per Simba La Rue.