BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Senza sensi in piscina. A tre giorni dal tuffo c’è un indagato. È don Andrea Piana

Era il responsabile dei ragazzi del Centro estivo di Caravaggio in gita a Inzago .

Senza sensi in piscina. A tre giorni dal tuffo c’è un indagato. È don Andrea Piana

Senza sensi in piscina. A tre giorni dal tuffo c’è un indagato. È don Andrea Piana

Terzo giorno dal tragico tuffo nella piscina del parco acquatico a Inzago, c’è un indagato: don Andrea Piana. Un atto dovuto, era lui responsabile dei ragazzi lunedì mattina, durante la gita all’Acquaneva organizzata dal Centro estivo dell’oratorio. Si apre l’iter giudiziario e l’evoluzione dipenderà dalla sorte di S.F., le sue condizioni restano gravissime. L’undicenne di origine senegalese, residente con la famiglia a Caravaggio, è rimasta in immersione priva di sensi per un tempo ancora imprecisato, prima del disperato salvataggio da parte di un bagnino e di un sacerdote accompagnatore.

Non si ferma la catena di preghiera perché, finalmente, possa dare segni di ripresa. Per ora la sua vita resta appesa ai respiratori dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Tecnologicamente avanzati, pionieristici, dotati di ogni moderno dispositivo per la ventilazione artificiale pediatrica. Ma ancora, purtroppo, non hanno fatto il miracolo. La bambina, che in Senegal era cresciuta in riva al mare ma, hanno raccontato i genitori, non sapeva nuotare, rimane in bilico fra la vita e la morte. Al suo capezzale, senza interruzione, la madre e il padre. Nel suo paese, Caravaggio, dove frequentava il Cre (centro ricreativo estivo) del san Luigi, si attendono con ansia notizie, per lei tantissimi pensieri. Così è stato sin dalla prima sera. Ma l’angoscia cresce in proporzione al passare delle ore e dei giorni. Le condizioni della piccola, andata in arresto cardiocircolatorio, erano parse disperate sin dai convulsi minuti del primo soccorso. L’indagine non si ferma, condotta dalla Polizia Locale di Inzago. Gli agenti si sono trattenuti a lungo al parco Aquaneva, per parlare con i testimoni, i responsabili di struttura, gli addetti alla sorveglianza e alla sicurezza.

L’altro pomeriggio hanno invece incontrato, in una sala riservata messa a disposizione al posto di polizia dell’ospedale di Bergamo, i genitori della bambina. Agli inquirenti il padre ha dato informazioni preziose. Fra le altre quella secondo cui la bambina, alunna di quinta elementare, non aveva mai sofferto di malattie cardiache né di problemi respiratori. Il che porterebbe ad accantonare l’ipotesi di un malore. Nella piscina dove la piccola è stata inghiottita dall’acqua la profondità arriva a un metro e 60. Non si può escludere che la ragazzina, entrata poco dopo l’arrivo, e, avrebbero raccontato alcuni testimoni, prima che l’intero gruppo si portasse alle vasche, sia stata colta di sorpresa dall’acqua alta. L’ipotesi di un gioco di resistenza non trova conferme ufficiali.