Milano, 3 gennaio 2025 – L’eterno riposo a tu per tu col proprio cane, o gatto, ma pure uccellino o coniglio o roditore - che sia criceto od altro -, pesciolino, tartaruga, furetto, capra nana o pitone reale e insomma qualunque bestiola sia lecito tenersi in casa come animale da compagnia “o diletto”, cioè “senza fini produttivi, di lavoro o alimentari”, chiarisce in burocratese comunale Palazzo Marino annunciando d’aver dato attuazione, con una determina dirigenziale, alla legge regionale che nel 2022 ha introdotto nel regolamento delle attività funerarie, articolo 29, la possibilità di farsi tumulare con le ceneri del proprio pet, come fossero quelle del partner o di un familiare stretto.
Le limitazioni previste
Finalmente anche i milanesi potranno farlo, con le procedure e i requisiti che il Comune ha stabilito per i cimiteri di propria giurisdizione. Ci sono alcune limitazioni, e la prima è che non sarà possibile istoriare lapidi e tombe di famiglia con citazioni letterarie dedicate all’anima del micio, la statua della cocorita o un ritratto in seppia dell’adorato barboncino: è infatti “vietata qualsiasi epigrafe riferita all’animale d’affezione e la collocazione sulla sepoltura di immagini che lo raffigurano”.
Unica eccezione ammessa, “una fotografia del defunto insieme al suo animale”: chi è in animo di metter giù disposizioni testamentarie è avvisato. Anche perché la “condizione principale” prevista dalla legge regionale “è che l’animale deve essere tumulato insieme o successivamente alla sepoltura del suo proprietario, nello stesso manufatto o tomba di famiglia”. In altre parole, l’urna del criceto non potrà attenderci al cimitero nel caso in cui decidiamo di procurarci in anticipo una sistemazione per l’altro mondo; se la bestiola se ne andrà per prima, le sue ceneri dovranno attenderci in casa o altro luogo consono.
Le sedi per l’eterno riposo
Per la tumulazione comune sono previste tre location: la celletta (due urne cinerarie in tutto, di cui una dell’animale), il colombario (che potrà contenere tre cassettine di resti o ceneri al massimo), o la più ariosa tomba di famiglia in cui comunque la bestiola dovrà occupare “lo spazio di un’urna per le ceneri”.
L’aspetto positivo è che le spoglie dell’animale e dell’umano da compagnia dopo l’inumazione saranno unite quasi indissolubilmente: “L’eventuale spostamento del defunto proprietario - chiariscono da Palazzo Marino - comporterà anche lo spostamento delle ceneri del pet”. “Quasi” perché “nell’ipotesi in cui la nuova destinazione non potesse accogliere entrambi, le ceneri dell’animale dovranno essere ritirate dai parenti del defunto o da chi ne ha richiesto la traslazione”. E vai a fidarti dei discendenti, direbbe qualcuno, ma una cosa certa è che al camposanto non potrà esserci promiscuità tra le spoglie mortali di cani, gatti, criceti e compagnia e quelle di esseri umani che abbiano o non abbiano avuto relazioni d’affetto con loro in vita: non è infatti “ammessa la dispersione delle ceneri degli animali nei cimiteri, né tantomeno il conferimento di queste nel cinerario comune o nell’ossario comune”, chiarisce, inflessibile, il Comune.
Una tradizione antica
Ai senza cuore che non apprezzeranno questa pratica in uso fin dagli antichi Egizi - che seppellivano gatti, cani, scimmie, pure scarabei e gazzelle, a volte insieme agli umani che li avevano posseduti, e con la medesima tecnica, cioè la mummificazione - l’assessora ai Servizi civici di Palazzo Marino Gaia Romani ricorda che “la tumulazione degli animali domestici nei cimiteri cittadini è
un atto di civiltà che molti attendevano. Oggi, sempre di più, molte persone instaurino con i propri pet un rapporto speciale al pari di quello con uno stretto familiare e sapere di poter riposare accanto, garantendogli una degna sepoltura, è certamente un’iniziativa di grande attenzione e sensibilità che dà sollievo a chi ama gli animali e condivide con loro un pezzo della propria esistenza”.